3ème Millénaire
L’ascolto non duale
in Rudolph Steiner
Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Conoscere ciò che è
Per molti amanti della spiritualità del 21° secolo la
scienza dello spirito di Rudolph Steiner, elaborata all’inizio del 20° secolo sembra
molto lontana dalla maggioranza dei ricercatori illuminati Gli amanti della non
dualità non vi trovano il cammino cercato dalla maggior parte delle guide
attuali. La via prospettata dal padre dell’antroposofia meriterebbe una
migliore presentazione per non subire né il rifiuto né l’indifferenza dei
contemporanei ricercatori di verità. La dialettica non duale si presta
perfettamente a quell’insegnamento, di cui occorre spiegarne le premesse.
Abbiamo torto se pensiamo che Steiner proponga uno sviluppo dei
poteri occulti per un ego avido di potere. Lo sviluppo spirituale presentato
nelle sue opere si basa su una via di conoscenza di sé. Conoscenza che implica
l’osservazione non duale, cioè senza giudizio, delle
risorse più nascoste della nostra psiche.
“E questo esige prima di tutto che si sia
nel più profondo della nostra anima veri allo sguardo di noi stessi. Non si ha
il diritto di sbagliarsi su nulla riguardo a sé, si devono guardare in faccia i
propri difetti, le debolezze e le incapacità con sincerità interiore” (Come si arriva alla
conoscenza dei mondi superiori. di R. Steiner).
La verità si inscrive in una via
diretta, non abituale per la mente condizionata a giustificare il falso
evitando di vedere ciò che è, non abituale alla mente condizionata a non
scegliere il vero aborrendo i propri difetti…
“C’è solo un cammino per disfarsi
dei propri difetti e delle proprie debolezze ed è quello di conoscerli così
come sono. Nell’anima umana tutto dorme e può essere risvegliato” ( Steiner:
Come giungere alla conoscenza dei mondi superiori.)
Vedere ciò che è comporta le maggiori difficoltà quanto
all’onestà verso se stessi. Però il miracolo è
possibile.
“L’essere umano può migliorare anche la sua intenzione e la sua ragione se, nella calma e nella tranquillità dell’anima,
si chiarisce riguardo alle ragioni per cui è debole in quel campo”.
Possiamo vedere la nostra stoltezza direttamente, senza
false fughe: si! No!… possiamo anche vederla con l’insulto: “Sei un
imbecille!”. Per quanto questo sia diretto, non è facile,
tanta è l’inerzia a conoscerci che è radicata nel nostro condizionamento
cognitivo.
“La conoscenza di sé è difficile, perché la tentazione di
farsi delle illusioni su di sé è immensamente grande.
Chi si abitua alla verità su di sé si apre le porte che conducono ad una
comprensione superiore”. E’ una via che passa attraverso la pazienza, ci dice
Steiner:
“Si deve tendere a sviluppare in modo particolare la
pazienza. Ogni movimento d’impazienza ha un’azione paralizzante, distruttrice
delle facoltà superiori latenti nell’essere umano”.
Formulazione contradditoria? Sviluppare la pazienza non è un
errore? Paradossalmente è la via meditativa dell’equanimità e non dello
sviluppo dell’ego. Questo nel cuore stesso della pazienza è dedito allo
spogliarsi del vecchio uomo, secondo gli insegnamenti di San Paolo: “non è l’uomo psicologico che accoglie le cose dello Spirito
di Dio, non è l’uomo esteriore, ma l’uomo interiore, l’uomo spirituale”.
Steiner dice: “Certo, devo fare di tutto per formare la mia anima e
la mia mente; ma devo aspettare con la massima calma
di essere trovato dalle potenze superiori degno di una certa illuminazione.
Quando quel pensiero diventa così potente nell’uomo da prendere la forma di una
disposizione permanente del carattere, allora si è sulla buona strada.”
La vera pazienza con il silenzio interiore che vi è inerente
offre le chiavi del proprio insegnamento.
“La pazienza ha un’attrazione sui tesori del sapere
superiore, l’impazienza una repulsione”.
Coltivare il mondo
dei suoni.
Per iniziare la via dello sviluppo spirituale Steiner
propone molti tipi di esercizi di risveglio e di
attenzione. Qui ci occuperemo degli esercizi che riguardano l’ascolto dei
suoni.
In un primo tempo si tratta di ascoltare i suoni degli
animali. Indipendentemente dall’aspetto piacevole o meno di un grido animale
particolare, si tratta di immergersi nell’impressione prodotta dal suono
stesso, cioè dalla manifestazione psichica
dell’animale aggressivo, gioioso, affamato, ecc. Ci si immerge in una realtà
estranea. Poi progressivamente “si apprende a provare tale sentimento rispetto
a tutta la natura. Ed ogni nuova disposizione discende
da questo fatto sul mondo dei pensieri e dei sentimenti. Tutta quanta la natura
comincia a mormorare all’essere umano dei segreti coi
suoni che fa sentire. Ciò che prima era per l’anima rumore incomprensibile
diventa linguaggio della natura pieno di senso”.
I rumori del mondo inanimato rivelano allora la propria
essenza. Il rumore dell’acqua del torrente, la pioggia che crepita sulla via,
le foglie al vento, ecc.
Cominciamo così a udire con l’anima.
Infine Steiner invita il discepolo dell’occulto (inteso come
ciò che non si vede) a estendere l'esercizio
all'ascolto degli altri. Non si tratta più di agire meccanicamente, di
accettare o rifiutare interiormente le opinioni di un interlocutore, ma di
ascoltarlo realmente, almeno per un momento scelto intenzionalmente.
“Nella ricerca spirituale questo si esercita con metodo. Gli
allievi sono tenuti ad ascoltare in certi momenti, come esercizio, i pensieri più opposti
e a ridurre totalmente al silenzio ogni giudizio negativo, ogni sentimento di
disapprovazione, di rifiuto o anche di approvazione. In particolare l’allievo
deve osservarsi sempre attentamente per scoprire se simili sentimenti si trovino alla superficie o nel più intimo della propria
anima.”
La conoscenza di sé, intimamente connessa in questo approccio spirituale, necessita che scopriamo le
ragioni per cui non ascoltiamo gli altri, il nostro vicino, i nostri genitori o
chiunque si presenti davanti a noi. Lo scopo allora non è quello di sforzarci
di ascoltare, ma di imparare a vedere il nostro bisogno di imporci in quella
circostanza o con quella persona, di discernere le diverse ragioni di quella
sordità che ci fa credere di farci sentire mentre non
ascoltiamo.
L’obbiettivo è di scoprire il modo di essere
coscienti con un nuovo senso dell’udito.
“ Si arriva così a uno stadio in
cui si sentono le parole di un altro in modo interamente privo di egoismo,
mettendo tra parentesi la propria persona, la propria opinione e il proprio
modo di sentire.”
Gli amanti della filosofia contemporanea potranno
confrontare Steiner con la fenomenologia di Husserl che a suo tempo dimostrò la
necessità di esercitare interiormente “una messa tra parentesi della propria
personalità” per liberarsi dai condizionamenti e fondare “ una filosofia come
scienza rigorosa”( Husserl: La filosofia come scienza
rigorosa ). Questo punto, che meriterebbe uno sviluppo
ulteriore, giustifica la troppo trascurata scienza spirituale di
Steiner. Ma ritorniamo al discepolo dell’occultismo:
“ Se l’allievo si esercita così senza la minima critica,
anche se gli viene detta un’opinione contraria alla
sua, allora impara a fondersi interamente con l’altro e ad essere uno solo con
quell’essere. Attraverso le parole che ode penetra nell’anima dell’altro. Con questo esercizio il suono diventa il mezzo giusto di
percepire l’anima e la mente.”
L’approccio fenomenologico fu condotto da Steiner fino al
limite del mondo spirituale; d’altronde è questa la vera destinazione della
filosofia dopo Platone: far uscire l’anima e la mente dallo stato di sonno e di
cecità; questo è anche il senso stesso dell’educazione (ex –ducere) che
significa condurre fuori da, perché si risvegli “la
percezione della parola interiore”.
“Poco a poco delle verità vengono dal mondo dello spirito a
rivelarsi all’allievo. Egli sente che gli si parla in modo spirituale. Tutte le
verità superiori sono accessibili con quel linguaggio interiore”.
Alla fine di questa brevissima introduzione, forse potremo
meglio apprezzare la via non duale di Steiner. Allora il termine di sviluppo occulto
non deve turbare i ricercatori di verità che devono comprendere che gli
esercizi indicati derivano da una semplice ed evidente attenzione a ciò che è .
“ Allora agiscono nella tua anima delle forze che ti rendono chiaroveggente
nello stesso modo delle forze della natura che hanno formato gli occhi e le
orecchie a partire da una sostanza viva”.
I termini usati da Steiner un
secolo fa non devono ostacolare il ricercatore sincero che respinge lo
spiritismo, il channeling e altre fantasie che si sono sviluppate ai margini
della spiritualità. Sebbene sia spesso mal rappresentata,
la scienza dello spirito del padre dell’antroposofia discende dalla filosofia
più sicura e rimane del tutto da scoprire.