David Ciussi
3ème Millénaire n.85 –
Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Il ricordo di essere liberi e
di essere amati è inscritto nel più profondo della nostra vita; per questo
cerchiamo tutti la chiave della libertà la cui espressione è il sentimento
d’amare. Sappiamo tutti al di là di ogni dubbio che questa verità esiste
veramente.
Vi ricordate dello slancio vitale che procura il
sentimento amoroso la prima volta, quello che vi dà la voglia di condividere
con l’altro, di sorridere alla vita, di dire grazie al presente e di trovare
tutto bello? Quella sensazione di essere innamorati è la manifestazione
terrena, emozionale, intellettuale, psicologica e comportamentale dell’Amore
assoluto. Noi ne siamo tutti figli e figlie.
Domanda: Si, ma come ritrovarlo quel sentimento di essere
amati in questa paranoia generalizzata di un mondo che si cerca? Come amare e
sentirsi liberi concretamente nel nostro quotidiano? Per questo non ci vorrebbe
un miracolo che elevi la coscienza collettiva?
D.C. Il vero
miracolo è prendere coscienza di tutto ciò che ci è già dato, già lì, invece di
lamentarci o di sperare un futuro migliore. Cosa vi manca in questo istante,
voi siete vivi!
Saper dire grazie e sentirci amati per la vita tutta
intera vivifica l’esperienza di unicità con la propria sorgente. Accedere a
quella unione più vera, più profonda con la realtà intima delle cose e degli
avvenimenti cancella la sensazione di essere separati dall’amore universale.
L’esperienza della realtà intima, quella di essere una corrente d’amore
universale non è il pensiero mentale del ricercatore perduto. E’ un passaggio
di coscienza, una carta geografica universale ritrovata come un GPS universale.
E se l’amore
terreno, quello che ci fa tutti correre su questa terra, fosse lo specchio, il
prolungamento, il frutto dell’amore universale. Non si dice “trovare l’anima
gemella”.
E se in ogni sguardo che incrocio si ripetesse la
scintilla dell’illuminazione di un Vedere risvegliato, di un vedere assoluto,
dove la mia coscienza fosse amante e spettatrice dello spettacolo della
creazione!
E se, in ogni ascolto, fossi unito al primo suono, a “io
sono tutto quello”, la mia origine istantanea!…
E se in ogni parola e pensiero fossi legato all’origine
del verbo amare, amare e essere amato coniugandosi nello stesso tempo qui e
eternamente!…
E se insomma fossi sposato con il verbo amare?
E se in ogni respiro fossi tanto presente al movimento
dell’immobilità, che il respiro dell’immensità si respirasse nel mio corpo!…
E se la libertà potesse amare i suoi limiti senza
sentirsi prigioniera!
E se fossi il movimento d’amore del presente immediato,
là dove veglia la coscienza d’amare, amando e ringraziando infinitamente.
D.
Volete dire che
quella corrente d’amore universale ci guida ad ogni passo di qui e in ogni
avvenimento come un GPS?
D.C. Si. GPS vuol
dire gran presente spirituale (risa). Si, è un gioco dove nessuno può perdere
tranne che in sogno! Quando ci si risveglia dall’incubo del ricercatore smarrito
è una bella risata che rivela la verità smascherando l’illusione. Quel momento
di poesia spirituale rende la vita amante, miracolosa; esso ci aiuta, ci
riscalda e ci apre la mente alla magia della realtà immediata come essa è.
D.
Voi nel vostro
quotidiano siete sempre dello stesso umore?
D.C. Il mio
quotidiano è come il vostro…con alti e bassi!… Però la differenza tra il
cercatore perso che ero e adesso è che so utilizzare il bottone della fiamma
che illumina l’istante presente. Vivo gli avvenimenti del quotidiano senza il
timore di perdere la mia unicità con tutte le cose. Vedo che il tutto si
inscrive in ogni parte pur ricreando il tutto, portando così testimonianza di
ciò che siamo in realtà, unificati e in pace. Così ogni essere umano, ogni
albero, ogni uccello, lago o montagna diventa un tempio, un luogo dove è bello
ringraziare perché ogni presenza è un miracolo dell’amore della Vita…
D.
Ma non vedo che
disordine e sofferenza, non sento il desiderio di dire grazie; non mi sento
amato e gli altri e la vita mi fanno paura!
D.C. E’ nel cuore stesso della coscienza di ciascuno che
sono disponibili la libertà e l’amore che cerchiamo disperatamente all’esterno
di noi. Arrivare alla radice di essere gloriosamente soli, cioè “io sono
ciascuno e tutti”, svela l’amore universale che è senza attesa inconscia né
dipendenza. E’ uscire dal triangolo relazionale salvatore-vittima-persecutore
nel quale l’ego ama usare il meccanismo della paura della solitudine. Questo
richiede una grande vulnerabilità, sincerità e un innato senso della relazione
col presente.
Ora, sul piano relazionale della vita di coppia, vivere
in armonia è possibile se si accetta di entrare in quel processo di
apprendimento che contiene non solo la conoscenza e l’applicazione di regole,
ma anche l’accettazione degli errori senza giudicarsi, il dimenticare i
condizionamenti e il reimparare la comunicazione.
La relazione si costruisce nella spontaneità di ogni
momento. Scegliere l’opportunità del quotidiano per ritrovare la pace nella
coppia è un lavoro che occorre fare pazientemente in due. Apprendere a parlare
giusto, a esprimersi sia in quantità che in qualità più vicino alle proprie
emozioni è un continuo imparare. Il solo modo per una comunicazione giusta è la
delicatezza del cuore, vera compassione in atto. E’ una intenzione volontaria a
comprendersi a vicenda, ad abbandonare il peso delle parole che ci imprigionano
in un ruolo da cui non sappiamo come uscire. Cessare di difendere le proprie idee e i pregiudizi, sospendere il
giudizio, è arrivare a una lucidità e a una giusta discriminazione; la
coscienza di sé è allora così intima che illumina il caos o il disordine
apparente. Essa si rivela con una percezione sottile e perspicace, in un vero
lasciar andare che dinamizza la verità dell’istante.
D.
Che cos’è la
conoscenza dell’istante presente?
D.C. La conoscenza
del presente è il rapporto che il soggetto ha con il reale. E’ un rapporto
totale d’adesione al presente, il solo tempo reale vissuto dalla nostra
coscienza… Sta a noi armonizzarci con questa intelligenza universale che si
inscrive in ogni istante. Questa intelligenza creatrice è nascita, fiducia,
abbondanza, generosità; essa ama la vita in tutte le sue forme perché ogni cosa
è creata attraverso di lei. Tutto è interconnesso in armonia con il tutto.
D.
Questo vuol dire che
il soggetto, che si lega totalmente, coscientemente, a ogni oggetto e ad ogni
situazione, si decondiziona?
D.C. Si, i vecchi vestiti si disgregano, le abitudini
lasciano spazio alla meraviglia e alla novità. Il soggetto improvvisa e se ne
meraviglia. Armonizzarsi con questa conoscenza del presente ci mostra il
cammino, conduce alla verità e offre una gioia intima illimitata a chi la
pratica. E’ un’energia disponibile dappertutto che sviluppa l’incantesimo delle
facoltà della creatività, permettendoci così di partecipare, lucidi e semplici,
al presente miracoloso dell’esistenza.
La nostra vita viene dalla vacuità creatrice che modella
il mondo come uno scultore invisibile che fa tutte le cose che appaiono.
Noi siamo delle nubi di atomi che diventano un corpo per
il principio della metamorfosi.
Noi siamo il movimento dell’universo che si personalizza
nelle nostre vite, il miracolo dell’invisibile che diventa umano.
Noi siamo il segreto che unisce tutte le cose diventando
visibili!
Noi siamo la manifestazione creata dall’espressione dell’universo, siamo i suoi
frutti, perché qui il tempo non passa; esso si fa eterno in appuntamenti intimi
e, cosa strana, qui ogni idea di sofferenza è scomparsa.
D.
Come fare la
differenza tra il movimento della chiave che libera e le mie impressioni
mentali di essere prigioniero?
D.C. Regolate i
vostri pensieri diventando il maestro della vostra presenza…
Sono i pensieri mentali che generano e conducono le
vostre emozioni e i vostri umori. Il vostro sentire non dipende dagli
avvenimenti ma dal modo di interpretarli!
I pensieri che generano stress si creano su una percezione falsa della
realtà immediata. Questa si colora delle impressioni del passato e
l’avvenimento non è più visto così com’è. Il giudizio errato vi dà una visione
deformata dei fatti, i vostri pensieri diventano sempre più irrazionali e
nutrono lo stress. Ritornate al presente, vedete che il vostro cattivo umore
interpreta la realtà del momento: non aggiungete altro, prendete le distanze…
Praticamente proviamo a portare la nostra attenzione su
ciò che la vita ci presenta piuttosto che su ciò che vorremmo che fosse. Ciò
che è, è; ciò che non è, non è.
Ritorniamo al corpo. Esso ci aiuta perché è sempre nel
momento. La potenza del mistero lo sintonizza con l’energia universale.
Fondandosi sul sentire cosciente di ciascuno, quella energia gli procura
salute, vigore, visione chiara, intuizione e libera circolazione del respiro.
Questa conoscenza del presente è un lasciar andare i deliri del pensiero
mentale.
L’accento è da mettere sul sentire del soggetto in
relazione agli avvenimenti. E’ un accompagnare attento e pertinente di
situazioni e scambi affettivi, relazionali e spirituali, come anche del potere
dinamico della libera circolazione delle energie del respiro che dà la vita, il
movimento e la metamorfosi.
La coscienza del presente, senza cedere alle sirene della
distrazione mentale o della noia, conferisce una semplicità e una gioia
insospettata a chi la pratica. Questa meditazione del presente senza oggetto dà
l’unicità al soggetto che si meraviglia di esistere senza un’aggiunta
dall’esterno.
Egli ha un rapporto intimo col suo creatore. Non coltiva
né il potere né i miracoli all’esterno, ma sente l’unicità dell’universo nel
suo corpo, vi si riassorbe. L’accento è messo sulle qualità di tranquillità,
d’equanimità; egli resta aperto e dinamico, egli è vissuto perché è la forza
spirituale che opera in lui, lui non si appropria più dei suoi atti. Il suo
spirito è liberato, i suoi sensi appagati, è libero di non inquietarsi e di non
sapere niente. Non è uno sciocco o un sempliciotto, ma un “meravigliato”
totalmente riconciliato con se stesso e con gli altri. Egli è rinascente e
favorisce così la trasformazione a livello delle cose o delle situazioni che
gli sono presentate. E’ spettatore delle forze della vita e del miracolo
d’esistere.
Riassumendo: la libertà è l’azione di trovare la chiave
di uscita dalla gabbia mentale per scoprire il di fuori; il Grande Amore è
accorgersi che si è sempre stati al di fuori, che le gabbie sono illusorie e
che chi si sente prigioniero è sempre stato libero…E se noi amassimo per
davvero…
“Io vedo il mondo a cuore aperto in un’intuizione
globale. Il mio sguardo non è usato per il passato, la gioia colora tutto ciò
che osservo. Vivo libero da ogni sapere mentale, scopro, esploro e giro la
chiave dell'amore in un movimento che
apre tutte le cose insieme. Qui il mio cuore e il mio pensiero dicono grazie!
Dalla mia anima aperta all’infinito e che ritorna qui, la mia coscienza si
dilata e si contrae di continuo come in un rapporto amoroso… E’ un’estasi, un
orgasmo, uno stupore, un’intuizione, un risorgere… NO! Vedo il movimento della
chiave che apre da sempre, qui, in ogni istante, il cuore dell’Amore dove ogni
cosa dice “ti amo” ad ogni cosa… Lagrime mi accarezzano le gote, il primo
pensiero si fa visibile… Si, sono il testimone, la celebrazione, l’assemblea,
il prete e gli sposi. Sono il principio del Grande Amore!”