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Dantes
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L’investigazione interiore neutra
3ème Millénarie n. 72 – Traduzione della Dr.ssa
Luciana Scalabrini
Questa mattina, durante la meditazione, mi è venuta in
mente una cosa che avevo scritto anni fa. La chiamo una quasi-poesia, anche se
il mio rimpianto maestro Zen Lobun Chino Roshi l’avrebbe chiamata sutra. Ecco uno stralcio di quella
poesia:
“Risvegliati, felici sono quelli che:
vedono senza occhi
sentono senza orecchie
parlano senza parole
conoscono senza sapere”
Il significato della parola “felici” si
riferisce ad una esperienza di vita in uno stato di gioia, uno stato d’amore
indipendente dalle circostanze. L’ultimo verso “conoscono senza sapere” è
particolarmente appropriato quando parliamo di conoscere se stessi, che
corrisponde a seguire una ricerca interiore. Conoscersi in modo diretto,
indipendente da ogni informazione che possediamo, è vivere le parole di questa
poesia. E’ sperimentare la grazia della libertà in confronto ai nostri
condizionamenti, le nostre credenze, il nostro sapere, essere liberi dalla
prigione del nostro mentale condizionato.
L’investigazione interiore neutra è una ricerca interiore
verso la scoperta della nostra vera natura. Neutra vuol dire indipendente da
ogni giudizio, da ogni valutazione, dalle opinione degli altri, dalle credenze
e da ogni sapere; si tratta di una pura libertà di scoprire la nostra verità vivente. Come
esseri viventi appartenenti al regno animale di questa terra, l’attitudine
all’investigazione interiore diretta della nostra vera nauta è una delle qualità più preziose che possiamo
avere. Siamo l’umanità in una coscienza che riflette se stessa. Malgrado questa
magnifica attitudine naturale, contiamo sul nostro sapere per comprendere noi
stessi. Domandiamo infatti agli esperti di spiegarci il nostro funzionamento
reale in quanto organismi fisici e psicologici e di guidarci alla nostra
ricerca di sviluppo personale. L’abbondanza di conferenze, libri, video, su
questa vasta gamma di soggetti sullo sviluppo personale attesta questo fatto. A
dispetto della credenza popolare secondo cui siamo liberi pensatori, la
nostra dipendenza è forte di fronte alle
autorità scientifiche, filosofiche, religiose, agli insegnamenti di
spiritualità new-age che ci spiegano la vita, ci espongono lo scopo della vita, la sua
origine e come cercare la propria via spirituale.
Una
libera ricerca spirituale o una investigazione neutra può rivelarsi molto
difficile per una gran parte di persone, per la nostra dipendenza dagli altri
da migliaia di anni. Comunque sia, essere liberi dal nostro sapere non è
impossibile nel nostro viaggio interiore. Questa investigazione neutra è particolarmente importante per la nostra ricerca interiore di una esperienza profonda del senso della vita, o per conoscere il nostro modo di funzionare e
l’influenza dei nostri condizionamenti sul nostro comportamento e i nostri modi
di relazionarci con gli altri.
Per
una tale ricerca avventurosa, cercare di scoprire liberamente e
direttamente nel momento presente, senza il diktat di un’autorità, o la potente
influenza del nostro sistema di credenze, necessita di un risveglio-saggezza:
una saggezza al di là dei paradigmi fondamentali, del pensiero nelle nostre
diverse culture,che è già inculcato nel cervello umano. In
altre parole dobbiamo essere capaci di mettere in dubbio liberamente e
direttamente tutto quello che abbiamo appreso, le nostre credenze, le nostre
risposte condizionate e di scoprire nello stesso momento la nostra vera natura
attraverso la nostra propria saggezza; questo è conoscere senza sapere, è essere liberi da uno spazio condizionato.
L’autore si augura che queste parole siano lette senza
credere né non credere, senza giudizio,
né valutazione, perché possa manifestarsi una investigazione neutra nella mente
del lettore.
La
vita è un processo. Significa che tutto è movimento e cambiamento. Noi umani
non siamo degli aggregati fissi di molecole sul pianeta; cambiamo
costantemente, come un fiore la cui crescita rivela ogni giorno la sua vera
natura. Siamo “spiritopsicofisicalità” (neologismo dell’autore).
Spiegare
il significati di questa lunga parola è necessario perché diventi un nuovo
concetto da ricordare. Anche se si tratta di una parola composta, non c’è un
trattino d’unione tra i tre aspetti che vi si trovano, cioè il corpo, lo
spirito e il mentale. Separare questi tre aspetti sarebbe negare la nostra vera
natura in quanto processo nell’Universo. Siamo un processo completo e
interdipendente.Spirito, l’inizio di questa parola, è la nostra origine,lo spazio, ogni
potenzialità,la pienezza del vuoto, la sorgente di tutto. Potreste sostituire
questa parola con molte altre, Dio, Spirito, Energia divina, Atman, Big Bang
ecc. Tutti rappresentano l’inizio di qualcosa, un’origine sconosciuta a
proposito della quale siamo pieni di credenze e di interpretazioni.Psicofisica rappresenta la connessione corpo/mente. Forse disponiamo di un sapere
intellettuale sull’interazione tra questi aspetti, e non di risveglio diretto
reale alla loro interdipendenza. Per esempio, il concetto del “mentale che
domina la materia” rimane molto vivo in certi sistemi di credenze. Questa
nozione crea una separazione tra corpo, mente e spirito e si trova negli
insegnamenti della maggior parte delle credenze religiose, Inoltre questa
nozione persiste sempre, fino a un certo punto, nelle pratiche meditative e
psicologiche. Lità è un suffisso che significa “stato d’essere”. Forse è la parte più importante della parola
Spiritopsicofisicalità perché le dà il suo senso reale, in quanto stato
d’essere non diviso, un processo continuo d’essere spirito/corpo/mente. Ecco una volta ancora un invito ai lettori:osservare
nella neutralità ciò che è presentato in queste pagine. Spiritopsicofisicalità costituisce il nostro processo umano: è
l’esperienza profonda della nostra vera natura. Oltre a corrispondere
all’esperienza diretta della nostra totale interdipendenza,necessita come
concetto di un nuovo paradigma di pensiero. I concetti hanno bisogno di nuovi
contesti, per condurre alla condivisione di esperienze dirette e a una
comprensione approfondita del funzionamento umano come totalità d’essere non
divisi nell’Universo.
La
letteratura è piena di concetti sulla “globalità”, dalle credenze religiose
fino agli approcci scientifici come quello sviluppato da David Bohm, a partire
dal postulato teorico di un Universo formato come un tutto non divisibile
(dimostrazione fondata sulla meccanica quantica). Le teorie quantiche hanno
molto contribuito allo sviluppo di un
nuovo paradigma di pensiero, grazie alla conoscenza raggiunta in fisica
dall’osservazione delle interazioni tra particelle ecc. Abbiamo raggiunto una
comprensione intellettuale del mondo esterno e della composizione del nostro
corpo come aggregato di molecole in interrelazione, o aggregati di quanti di
energia. E’ possibile constatare che questa conoscenza è stata acquisita in uno
stato di coscienza basato sulla separazione dettata dai nostri sensi. I nostri
occhi, la nostra pelle, le nostre orecchie percepiscono ogni cosa separatamente.
Così la globalità, l’interdipendenza restano a livello d’una informazione
fisica captata su un piano teorico e intellettuale e dettato dal nostro modo di
vedere e di sentire, dalle nostre percezioni e dalle nostre interpretazioni.
Tuttavia i concetti olistici aiutano allo sviluppo di un nuovo paradigma di
pensiero sulla natura degli esseri umani, sul pianeta e sull’Universo.
Siamo in un viaggio spirituale verso la conoscenza di noi
stessi.
Molti
considerano questo viaggio come il nostro cammino spirituale. Infatti da tempo
immemorabile la più grande ricerca degli esseri umani è conoscere se stessi,
trovare lo scopo delle nostre particolari vite. Ed a poco a poco trovare “chi
siamo” è la ricerca principale dei movimenti di spiritualità new-age, che semplicemente è la
ricerca antica ereditata dalle credenze culturali e dalle religioni. L’idea di
conoscere “chi siamo” si basa sull’esperienza sensoriale di essere delle entità
separate. Infatti ci pensiamo separati da tutto il resto, quando crediamo di
essere “uno”.
Per
scoprire l’esperienza della nostra totalità, la nostra vera natura, la nostra
interdipendenza col tutto, dobbiamo investigare il nostro modo di funzionare,
le nostre risposte condizionate, e questo nel vivere stesso del momento. L’investigazione
neutra non può che realizzarsi nell’istante presente. Se si basa su un sapere c’è bisogno della
memoria. La memoria è il pensiero e il pensiero è nel tempo. Il vivere
stesso del momento è un eterno presente.Certo,
queste affermazioni devono essere esaminate in modo esperenziale. Per esempio,
abbiamo notato l’inafferrabilità del momento presente? Battete le mani una
contro l’altra e attendete il suono: questo momento è passato così rapidamente
che il processo del pensiero non può far altro che anticipare il rumore e
seguirlo subito dopo. La scoperta di ciò che è questo istante di vita non si può fare con un’analisi intellettuale, perché per questa occorre del
tempo. Quando simultaneamente al suono prodotto dal battere le mani, c’è una
constatazione naturale e neutra che il concetto di ora non corrisponde
all’ora dell’esperienza, una naturale curiosità neutra può seguire e
questa aprirà nuove domande. Niente di nuovo potrà emergere da un tentativo di
rispondere con il nostro sapere a queste domande naturali. Perciò, lasciare in
sospeso le domande, essere curiosi della concretezza dell’esperienza del suono, può lasciare alla nostra saggezza
naturale la possibilità di fiorire. La ricchezza e la leggerezza della vita
stessa possono essere sperimentate.Siamo
esseri molto curiosi. Dai primi istanti di vita, impariamo da ciò che ci
circonda grazie a questo dono naturale dell’osservazione neutra.Galileo
Galilei mostra perfettamente questa manifestazione precoce della curiosità
umana e della creatività esistente a dispetto dell’influenza delle credenze
d’allora a proposito della natura dell’universo. Dopo le sue scoperte, pubblicò
un libro che non fu un trattato che descriveva le sue nuove teorie sul cosmo,
ma, per non urtare la suscettibilità della Chiesa, una conversazione
immaginaria tra tre amici. Infatti, nel quindicesimo secolo, domandare o
dubitare delle credenze consolidate poteva condurre alla morte. La Chiesa
Cattolica allora era potente e si opponeva all’ eresia di idee nuove. Il Papa
domandò a Galileo di ritrattare i postulati enunciati. Galileo avrebbe pagato
con la vita il rifiuto di ritrattare davanti all’inquisizione. Contrariamente
al caso di Galileo, essere liberi di scoprire, di seguire le proprie
intuizioni, di osare mettere in questione l’autorità, sembra il nostro
privilegio in molti luoghi di questo mondo. Disgraziatamente questo può essere
pericoloso anche oggi, in modo manifesto o no, come al tempo di Galileo.Detto
questo, possono sorgere delle domande: per esempio, questa investigazione è
possibile senza un insegnante o senza un sapere? Come si può essere neutri
quando siamo pieni di giudizi, specialmente su noi stessi? Si tratta della
stessa cosa che cercare il risveglio? Che differenza c’è tra seguire un cammino
spirituale nel quadro di una religione o in quello della filosofia? Come
mettersi in una ricerca?
Ma
forse il lettore ha ancora altre domande da aggiungere! Offrire
un metodo da seguire, secondo l’esperienza dell’autore, sarebbe in
contraddizione con quanto detto prima: il bisogno di libertà nel nostro
investigare. Sarebbe come offendere l’intelligenza del lettore.Però
non significa che non dobbiamo utilizzare l’informazione contenuta nei libri o
altrove; o che dobbiamo astenerci
dall’andare a seminari, o in Chiesa. Al contrario, essere istruiti, informati,
educati, è necessario alla nostra sopravvivenza nella nostra civiltà. E
possiamo anche utilizzare l’informazione come stimolo per le nostre proprie
ricerche. L’autore insiste sull’importanza di una lettura o di un ascolto
libero da ogni credenza come da ogni scetticismo, e sull’importanza di
domandare dopo in sé il significato di ciò che s è visto o sentito. Accettare
ciecamente l’autorità degli altri è un asservimento e la perdita della preziosa
opportunità di sperimentare la libertà in noi stessi. Abbiamo la possibilità
d’essere creativi, di portare nuove idee, invece di vivere come automi persi
nelle catene dei condizionamenti. Prendendoci la responsabilità di comprendere
direttamente noi stessi, grazie all’investigazione neutra, cominciamo a vedere
fino a che punto siamo soggetti a vive reazioni emozionali; può essere
sperimentata la connessione tra corpo e mente; possiamo essere completamente
risvegliati al nostro modo di funzionare senza l’aiuto di un libro o di un insegnante.
Possiamo facilmente sperimentare questa interconnessione nell’investigazione
neutra dell’attività mentale. Per esempio: il ricordo di una situazione
dolorosa, come la perdita di una persona cara, può essere l’occasione di
osservare direttamente dei cambiamenti fisici del nostro corpo. In un momento
di vigilanza totale diretta,di una visione penetrante (insight) possiamo sperimentare
con chiarezza la simultaneità dei cambiamenti dovuti a una situazione nel
pensiero, le emozioni corrispondenti, le tensioni corporee o il malessere.
Possiamo anche scoprire il potere del nostro solito attaccamento ai ricordi.
Scoprire
in una vigilanza totale la potenza dell’attaccamento ai ricordi è assolutamente
diverso dal ricevere un insegnamento sul “modo con cui dobbiamo
rinunciare ai nostri attaccamenti e ai ricordi per non soffrire”. In un momento
di scoperta invece, sperimentiamo ciò che ci fa realmente soffrire nel momento
stesso in cui si vive. In questo modo l’osservazione neutra di noi stessi, di
tutte le reazioni emozionali e del nostro comportamento relazionale ci fa
cominciare a vedere queste cose con una chiarezza molto diversa. Una più grande
armonia nelle nostre relazioni con gli altri può esserne un frutto.
Quando
cominciamo a vederci con neutralità e a sperimentare le nostre relazioni con
gli altri con una diversa chiarezza, il nostro sguardo sugli altri comincia a caricarsi d’amore e di
compassione. Allora viviamo la nostra spiritualità, invece di credere
che siamo spirituali. Trascendere
la nostra sensazione di separazione fa apparire un senso nuovo di
responsabilità per la nostra vita e quella degli altri.
La
violenza del mondo intero, la condizione
umana fatta di guerre, di povertà, di schiavitù per le donne e i bambini, di
cattive condizioni di lavoro ecc, tutto punta verso un lavoro di trasformazione
della coscienza.
Abbiamo
bisogno di un cambiamento radicale alla radice stessa della nostra umanità, non
solo a un livello individuale, e questo da alcuni viene considerato un
risveglio, ma di una trascendenza radicale del livello di coscienza globale
dell’umanità.
Ci
sono stati molti esseri risvegliati sul pianeta, ma continuano le guerre e i
conflitti. Un conflitto non può nascere che dalla separazione.
Dobbiamo sperimentare in una vigilanza totale, in una
visione penetrante, nel vivere stesso del momento, la verità della nostra
percezione sensoriale della separazione e la natura paradossale della nostra
esperienza dell’unità. E’ tempo che diventiamo totalmente responsabili dell’umanità. Essendo uno siamo l’Umanità.
E’ sperimentare noi stessi come un processo globale,
Spiritopsicofisicalità.Per questo è necessaria
una libera investigazione neutra , diretta, di noi e delle nostre
relazioni con gli altri. L’esame
del modo in cui il peso del nostro condizionamento e dei sistemi di credenze
interagisce a livello globale è della più grande importanza perché la gioia e
la pace possano essere presenti nelle nostre vite. Per
andare più lontano, sembra che questo esame sia imperativo per il benessere,
l’armonia e la sopravvivenza della nostra esistenza umana in questa civiltà.