Eric
Baret
Un
approccio corporale
3ème Millénarie n.
56 – Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini
D: Allora
la visione può arrivare senza preparazione?
R: Niente
arriva veramente. E’ solo una convenzione.
D: Ma, per
la maggioranza di noi, che fare?
R: La via è lo yoga. Vostra moglie, i vostri
figli, vostro fratello, il vostro lavoro, il vostro corpo: ecco lo yoga. Non
potete più essere depresso quando praticate davvero
lo yoga. Certo, eccezionalmente, un momento di depressione può venire, perché
siete aperti alle vostre limitazioni, senza più alcuna fantasia di
eliminarle. Ma vedrete: quasi istantaneamente ne
vedrete la bellezza. Sentite la depressione, ma non siete
più depresso. Questa restrizione vive in voi, nella vostra accoglienza.
E tutto è perfetto.
Questo passerà in tutti i settori della
vita: vedete una situazione, e la lasciate riferirsi alla gioia. Ecco perché è veramente auspicabile essere attirati dallo yoga.
E’ una grazia: vi cade sopra. Non avete niente da fare, nessun ruolo da
assumere. Ecco perché non suggerirei a nessuno la pratica
dello yoga. E’ piuttosto il contrario. Ci si deve battere per essere degni di ricevere l’incredibile regalo di
imparare lo yoga. Si deve pagare per questo. Non voglio dire finanziariamente,
ma si deve pagare con il proprio cuore, con la propria qualità.
Lo yoga non ha niente a che fare con i
movimenti del corpo. Se non si ha il desiderio assoluto, la passione assoluta,
l’ossessione assoluta di questa pratica,vuol dire che non si è pronti e che non si merita di
imparare questa arte. Per questo, tradizionalmente quando si vuol apprendere lo
yoga, in Oriente, il maestro generalmente vi suggerisce di andare altrove. Se ritornate poi dopo molti rifiuti, in un modo o in un
altro, allora l’insegnamento comincia.
Non si può dire a qualcuno: “fai lo yoga”.
Uno studente deve supplicare per apprendere lo yoga. Solo allora ci sarà lo
spazio, il tempo, cioè l’energia necessaria per la
scoperta. Ma non si può spingere questa maturità.
Questo richiede anche molto tempo disponibile per l’insegnante. Si può insegnare
lo yoga, correttamente, solo a poche persone. Fortunatamente, per la maggioranza
delle persone, quando una relativa tranquillità e gioia di vivere si presentano,
esse tornano ai loro amori, ai loro affari.
In un altro modo, si può dire che è una grande fortuna poter mangiare cibo appropriato. La maggior
parte degli esseri umani non può mangiare un cibo sano. Se
abitate in Russia o in certe parti dell’Africa, o se siete molto povero, può
essere impossibile mangiare un cibo equilibrato. Si deve considerare una
fortuna straordinaria poter trovare riso e carote. Ed è anche una grande fortuna non poter mangiare zucchero o bere alcool. Se siete un ceceno o un afgano, dovete combattere per il
vostro paese, combattere per sopravvivere.
Per me, la possibilità di mangiare riso
completo e praticare yoga è una cosa eccezionale. Ciò vuol dire che non ci sono
bombe che cadono sulla vostra casa, che nessuno vi assale per strada, e che non
dovete combattere giorno e notte per la sopravvivenza della vostra famiglia. Certo, ai giorni nostri, nel nostro paese pieno di
ricchezza, la gente va al cinema o in vacanza. Dimentica la fortuna
straordinaria di poter mangiare, di poter uscire senza portare un’arma, di
poter chiudere gli occhi nella meditazione senza rischiare di essere uccisi.
Anche la pratica dello
yoga richiede di rendersi conto di ciò che è auspicabile e di cosa non lo
è. Se si ha la fortuna di farlo, si deve fare. Quando verrà la
guerra, non avremo più il tempo di praticarlo, non
avremo forse più riso completo e non avremo forse attività apparentemente
meno pacifiche. Anche questo sarà perfetto. Non c’è
niente da decidere nella vita. Alla fine, il più gran regalo che si può fare a un essere umano è di insegnargli lo yoga. Il più grande che
si possa ricevere è di essere istruito sullo yoga,
perché non parla che della gioia, non punta che verso la gioia, è già gioia.
L’intuizione vi indica che è il momento di iniziare la pratica, o no. Se
non c’è, se c’è un dubbio o un’esitazione, vuole semplicemente dire che non
è il momento. Non manca niente. E’ la stessa cosa con la musica. Se ci si
domanda “devo suonare il piano o no?”, un vero musicista
risponderà sempre di no. Un pianista non si fa questa domanda: suona il piano.
Un cantante non si chiede se deve cantare: canta.
Quando avete un’ eco in voi, non domandate a nessuno, seguite l’eco. E se vi domandate, se avete bisogno di domandare, vuol dire
che l’eco non è così potente. Qualcuno ha domandato a Ma Ananda Mayi se doveva diventare hindu e lei ha risposto semplicemente: “non dovete diventare hindu. Finché ve lo domandate, non è ancora il momento”. Sicuro, è
un modo di dire, perché da un punto di vista tradizionale non si può “diventare
hindu”, poiché tutta la razza umana è già portata dal Sanata Dharma, la religione eterna. Un’ arte deve venire con il potere.
La fate o non la fate; non potete farla a metà. Siete un musicista o non lo
siete. Un musicista che non suona, non è un musicista. Lo yoga deve essere
praticato, non pensato. Deve venire con la stessa forza che spingeva Van Gogh
a dipingere. Van Gogh non avrebbe potuto non dipingere. Se sentite che non vi è possibile non praticare lo yoga, allora forse qualcosa
risuona in voi. Ho molti amici che non fanno yoga e hanno una vita meravigliosa;
non gli manca niente. Ma lo yoga è una tradizione
del cuore che deve essere applicata in modo assoluto. Lo yoga ha poco a che
fare con il mondo, come la musica, come la pittura. Un pittore non si contenta
di dipingere il fine settimana. Vedere come un pittore,
sentire come un pittore, vivere come un pittore. Un pittore è sempre
un pittore, che dipinga o no. La stessa cosa per
un musicista, un ballerino, un soldato, uno yogi. La sensibilità del corpo,
addormentarsi nella sensibilità, risvegliarsi nella sensibilità, sentire i
prolungamenti quando vi si insulta, sentire se il
tempo è secco o umido, sentire un dolore o ciò che accade quando perdete il
lavoro non è lo yoga di cui parlo. Ma è un modo di
vivere intelligente.
Ciò che facciamo nei seminari non è yoga.
Ciò che facciamo è liberarci da certe restrizioni e utilizziamo certi frammenti
della tradizione yoga per approfondire la nostra comprensione del corpo e
della psiche. Il mio maestro praticava lo yoga, ma non ha mai fatto seminari
di yoga. Erano seminari per esplorare l’opacità della nostra disponibilità.
Lo yoga si pratica da solo. Non è un’attività, è un rituale. E
tutte le restrizioni di cui abbiamo parlato a proposito del sonno, del sesso
e dell’alimentazione non si riferiscono che allo yoga, se nò non hanno alcun
senso. Ma alla fine quando il corpo diventa più sensibile,
certe abitudini considerate come normali nelle nostra società occidentali,
ci sembrano totalmente assurde e impraticabili.
D:
Come quali?
R: Come dormire con un altro essere umano.
Come parlare mangiando. Come avere un rapporto sessuale per desiderio. Come
ricevere il nutrimento come scontato, senza rendersi conto che il nutrimento è magico, che l’arte di mangiare è magica, che fare l’amore è sacro, che il
sonno è un’attività sacra…, che ogni cosa è sacra. Quandoci si dedica seriamente
a questa scoperta della sensibilità del corpo, tante cose cambiano, dal punto
di vista organico, ecco lo yoga. Qualcuno ha la fortuna straordinaria di essere
attirato dal cuore dello yoga, che è di sentire. E’ veramente una benedizione
per lui. Altri non hanno questa inclinazione; e si
presenteranno altre espressioni della vita.
In Oriente, si considera
come di ottimo auspicio la pratica dello yoga, che
non nasce se non si è nati sotto una stella molto fortunata. Se no si preferirà fare affari. Praticare lo yoga vuol dire
essere gioiosi. Voi siete gioiosi, imparate ad essere gioiosi.
Certo, sapete che questa gioia non viene dalle circostanze esterne, ma si
può dire che vi preparate a questa comprensione. Tecnicamente parlando, suggerite
al vostro corpo questa disponibilità che, in realtà, non si
installerà veramente se non dopo una comprensione.
Ogni volta che praticate
lo yoga, riscoprite questa gioia. Qualsiasi cosa faccia
vostra moglie, o i vostri figli, o il vostro capo, o vostro padre: sentite
la gioia. Di sicuro non è ancor la vera gioia, ma ne è già un’espressione. Vi abituate a essere
felici.
Il modo di masticare cambia. I pasti
cessano di essere un luogo di appuntamento e di
discussione. Quando mangiate, mangiate. Le discussioni
si hanno in un altro momento. Invitate meno i vostri amici a
pranzo o a cena, ma piuttosto dopo, per condividere un concerto o altre cose.
Una nuova sensibilità corporale non vi spinge a frequentare discoteche alla
moda.
Molti cambiamenti di quel tipo si
presentano naturalmente. Non c’è niente da decidere su questo. Non ci sono
regole. L’arte di vivere diventa sempre più precisa. E
le vostre relazioni umane, emozionali, fisiche e spirituali cambiano
totalmente. Spontaneamente. Dunque, non c’è niente da
tentare, niente da fare, per una qualsiasi trasformazione. E’ il nuovo sentire,
libero da opinioni ideologiche, che creerà
l’inclinazione.
D: Allora, naturalmente, si incontrano altri tipi di persone, si hanno altri amici?
R: Non che scartiate i
vecchi amici; piuttosto attirerete altre persone, di cui certe condividono
questa ricerca a proposito della gioia. Incontrerete persone di ogni livello
sociale. Vi sentite molto poco stimolato dall’incontro
con gente cosiddetta spirituale. Come più arricchente è la scoperta del modo in
cui l’intuizione dell’essenziale s’incarna nella furia della vita! Il
cambiamento radicale della vita deve avvenire in modo organico. Il modo di
pensare, di mangiare, di dormire, è profondamente coinvolto. Con un cibo non
appropriato e una sessualità non orientata, la pratica dello yoga può portare
certi problemi. Ma, normalmente, gli esercizi di yoga
sono dati solo a quelli la cui vita sembra un terreno favorevole per queste
tecniche. Avere relazioni sessuali tutte le sere non è un segno di grande sensibilità alla vita profonda. Non è un terreno
giusto per la celebrazione della gioia.
D: Non è cosa?
R: Un terreno adatto, un tempo adatto. Finché ci si perde nella sessualità, che ci si nutre di
pesce o di carne, non è il momento adatto per cominciare la pratica di un’arte
rituale come il pranayama. Questo non
ha niente a che vedere con una opinione morale, un
giudizio: è assoluto e tecnico. Su di un altro piano, quando
andate a vedere un guru, in India, non mettere la minigonna. Non vi
sdraiate davanti a un guru. La vita è un’arte, un
rito. Quando andate al concerto, siete seduti su delle sedie, vi mettete in smoking. Nello yoga, è molto di più di questo e, prima o poi, non avete bisogno che vi si dica di non
praticare lo yoga davanti alla televisione o al computer: lo sentite
spontaneamente.
Il mio maestro ha sempre inorridito per
certi suoi amici che, all’inizio di un colloquio o di una meditazione, si
sdraiavano decisamente, invece di rispettare la
posizione seduta.
D: Questo ha a che fare con la moralità?
R: No. Ha a che fare con l’energia. Solo
l’energia. Voi non vi lavate dopo la pratica dello yoga. Lo yoga è una
preghiera. E’ la vera moralità. Evidentemente, parliamo di pratica profonda,
non parliamo di esercizi di sensibilità di un quarto
d’ora o di mezz’ora.
Quando andate a dormire e
quando vi svegliate, vivete profondamente con la sensazione del corpo. Non è il momento di parlare a vostra
moglie dei problemi della giornata, né di saltarle
addosso.
Se si sente un’inclinazione verso
l’approfondimento della tradizione yoga secondo la tradizione tantrica,
definitivamente un’attenzione sull’alimentazione, l’attività sessuale e il
sonno ne è parte connessa, attaccata, pregnante.