José Reyes
Rendere attiva
l’essenza
3ème Millénaire n.87 - Traduzione della
dr.ssa Luciana Scalabrini
3m. Se osservo il mio comportamento durante le attività della
giornata, costato a che punto sono reattivo, in reazione. In più queste
reazioni sono molto spesso negative: paura, collera o irritazione, resistenza a
ciò che mi è chiesto, inerzia, tensioni fisiche! Sono totalmente identificato
in quegli stati…E’ questa la realtà?
J.R. Si, è la realtà.
Generalmente guardiamo il mondo e gli eventi secondo il
colore delle nostre lenti. Possiamo perciò veramente dire che è la realtà, ma
bisogna precisare che si tratta di una realtà soggettiva. Per vedere che cosa è
reale, non dobbiamo essere identificati. Infatti
l’identificazione impedisce il contatto con la realtà e diventiamo la nostra propria realtà soggettiva.
In altre parole, le mie emozioni negative per me sono vere, finchè sono
identificato con loro.
La prima cosa da vedere prima di essere
capaci di distinguere la realtà, è quella di trovarci in uno stato di
separazione a partire dal quale si può spingere il nostro centro di gravità
verso l’osservatore, che è un processo sociologico che non è centrato né nei
pensieri, né nei sentimenti, né nelle sensazioni. E’ il significato del lavoro
su di sé, per il quale cominciate a
discriminare due stati di comportamento. Il primo è quello in cui siete
completamente assorbiti da un pensiero, un sentimento o una sensazione (e diventate uno con quel pensiero, quel sentimento, quella
sensazione); nel secondo, potete vedere nello stesso tempo lo stato in cui
siete e voi stessi.
3m. Essere a un livello d’osservazione attraverso cui possiamo vedere
noi stessi e al tempo stesso il nostro comportamento è insolito nella vita
ordinaria. Come posso sperimentare questo stato
d’essere specifico nella mia vita quotidiana? C’è una strada da seguire?
J.R. Si, dovete diventare un uomo n.4. Finchè
siete un uomo 1, 2 o 3*, la vostra osservazione di voi stessi sarà sempre
colorata dalla percezione del centro
dove si trova stabilito il vostro centro di gravità. Il modo in cui vediamo il nostro comportamento è dunque sia attraverso il
centro intellettuale sia attraverso le emozioni. Gurdjieff diceva che la
percezione con un solo centro è follia, con due centri è allucinazione.
Secondo il nostro Insegnamento (la Quarta Via) l’uomo n. 4 è quello che, grazie al lavoro su di sé
ha raggiunto uno stato d’equilibrio dei 3 centri. Questo significa che le sue
funzioni sono ora coordinate armoniosamente per potere nutrire l’essenza. Così
diventa maturo rispetto alle sue emozioni.
Per chiarire ciò che si sta dicendo, si può fare un’analogia
con una casa: lasciata nel caos più
totale il cui padrone è assente e dove ogni domestico si chiama Io. Questa casa
ha tre livelli. I servitori più intelligenti decidono di eleggere uno di loro
al quale tutti devono ubbidire. Questo servitore si chiama anche lui Io, ma non è ancora il
vero Io. Comincia a imparare l’Insegnamento, il
Lavoro, il funzionamento della casa e realizza che non è che è un
amministratore temporaneo, ma non il vero amministratore. Solo quest’ultimo può
dirigere la casa e preparare il posto per la venuta del vero Io.
La seconda tappa è quella che chiamiamo
l’osservazione di sé, che è l’inizio della comprensione di sé. Questo
osservatore è il vero amministratore ed è con l’osservazione che pratica che
può cominciare a rafforzare la capacità di separazione tra i me ordinari che
abitano ciascuno dei centri. Così prepara la casa all’arrivo dell’Io reale.
3m. Questo
insegnamento ricorda la nozione della falsa e vera personalità. Qual è la
differenza tra le due personalità? Per andare più lontano, per diventare un
uomo n. 4 occorre la scomparsa della falsa personalità? Come la falsa e la vera
personalità si legano alla molteplicità dei me, all’amministratore provvisorio
e al vero Io?
J.R.
C’è una grande differenza tra falsa e
vera personalità. La falsa personalità ha una relazione molto ampia con l’ego
della persona. Noi agiamo in modo che la gente non dica male di noi, oppure ci
comportiamo in modo tale che non pensino che bene di
noi.
La personalità pretende e cerca in permanenza d’essere
quello che non è. Questo è chiamato la nullità, perché si tratta di un’immagine
di noi stessi che abbiamo costruito, basata interamente sull’immaginazione. Con
la falsa personalità vogliamo sempre che la gente ci dia valore per qualcosa
che non siamo. Mentiamo su noi stessi agli altri e
crediamo alle nostre menzogne.
La falsa personalità è molto difficile da distruggere,
perché la maggior parte delle abitudini contratte dai centri è stata creata
dalle loro scappatoie e vi corrispondono.
La personalità, riguardo a lei, non è totalmente negativa,
non esiste solo a nostro svantaggio; al contrario, è necessaria, ma al posto
giusto. La personalità è il nostro sapere, la nostra esperienza,
l’addestramento che abbiamo ricevuto, il modo in cui ci prendiamo
in carico, e quella in cui rispondiamo alle esigenze della vita. Il problema è
che questa personalità agisce nella vita senza partecipazione della nostra
essenza. Per ogni attività della giornata lei prende l’iniziativa. La sede
della personalità è situata nell’apparecchio formatore*, e questo ha per conseguenza che
essa utilizza parole o argomenti in risposta alle
situazioni nelle quale ci pone la vita.
La Quarta Via ci
procura dei mezzi che possiamo utilizzare per ribaltare la situazione, in altre
parole permettere all’essenza di diventare attiva e di rendere passiva la
personalità. Questo affinchè l’essenza possa usare la personalità secondo le
necessità del momento, secondo quanto è richiesto in una data situazione. E’ la
tappa dell’uomo n.4 nel quale i centri sono equilibrati. Ciò significa che
l’iniziativa nella sua totalità è presa dal vero Io. A questo livello l’ego non
detta più il suo comportamento alla persona. L’ego scompare giacché la persona
non vive più in apparenza e la nullità non ha più bisogno di pretendere d’essere,
poiché la persona “è”.
I diversi me vengono dai centri. Ci
sono me intellettuali, emozionali e psichici. Questi
me nella loro molteplicità sono chiamati i servitori della casa. L’amministratore
transitorio è uno di quei me, generalmente situato al livello del centro intellettuale ed è lui
che impara il Lavoro e cerca di applicarlo. Ma manca di forza ed è
particolarmente debole quando due o tre altri me
arrivano insieme e non si assoggettano a tutto quello che il Lavoro può dire di
fare.
D’altra parte, il vero amministratore non è più uno dei me.
Egli è prodotto dall’osservazione di sé e deriva dallo sguardo sulla realtà della nostra imparzialità. Non è
fatto dello stesso materiale dei me inferiori che non dispongono
di un reale controllo sui centri. L’amministratore invece ha un
controllo totale sul funzionamento di ciascuno dei centri, per l’energia
prodotta dal ricordo di sé. Per questo è detto che prepara la casa per l’arrivo
del vero Io, il suo vero proprietario.
3m. Il processo che
descrivete conduce all’idea di una scala nei livelli di realtà, cioè dove ciascuno sperimenta la realtà secondo il suo
livello. Questi livelli si riferiscono a energie di
sottigliezza variabile, come per esempio quella derivata dal ricordo di sé?
J.R. Si, la realtà è percepita in funzione del
livello di energia che siamo capaci di produrre, di nutrire e di mantenere.
Se
applichiamo questo alla nostra vita quotidiana, possiamo facilmente costatare
che il nostro umore dipende molto dall’energia di cui disponiamo secondo i
momenti. Quando siamo contenti, tutto appare come su un letto di rose, ma
quando siamo di cattivo umore, non abbiamo che le spine.
Ogni energia ci dà una capacità più o meno grande di percepire la realtà, che può essere altamente soggettiva
per quelli il cui livello di energia è così basso che non vedono altro che il
proprio stato.
E’ il caso dell’uomo macchina che vede le cose
unicamente con l’energia automatica. Il
livello seguente è quello della libera sensibilità, in cui diventate sensibili
alle impressioni e coscienti di voi mentre le ricevete.
Così non siete solo nell’atto di ascoltare, ma udite, non state solo guardando,
ma vedete, non state solo mangiando, ma avete anche il gusto di ciò che
mangiate. Non toccate solamente, ma
sentite ciò che toccate. Perché disponete di
un’energia nuova, più organizzata dell’energia automatica, quella unicamente
basata sulle reazioni, l’essere attirati o il rigetto, il fatto di amare o non
amare questo o quello. Al livello della sensibilità, cominciate a essere il padrone delle vostre impressioni. Il livello
energetico seguente è quello dell’energia cosciente, in altre parole è il
processo cosciente al quale partecipate e per il quale cominciate a dare senso
e significato alla vostra vita L’energia cosciente è molto speciale.
Contrariamente a quelli che dicono “sono cosciente”, è più appropriato dire che
partecipo alla coscienza.
Note.
“ Gli uomini n.1, 2, 3
costituiscono l’umanità meccanica, sono al livello di quando sono nati. L’uomo
n.1 ha il centro di gravità della sua vita psichica nel centro motore… L’uomo
n.2 nel centro emozionale… L’uomo n.3 nel centro intellettuale… L’uomo n.4 ha un centro di gravità permanente, in lui un centro non
può avere sugli altri una preponderanza.”( P. D. Ouspensky. Frammenti di un Insegnamento sconosciuto).
Apparecchio
formatore. “La parte meccanica del centro
intellettuale porta un nome speciale. Se ne parla a volte
come di un centro separato e in quel caso è chiamato apparecchio
formatore. Una delle particolarità è che non può paragonare che due cose, non
può pensare che in termini di estremi e cerca subito
il contrario”( Ouspensky).