Jean Klein
Meditazione,
energia e centro vitale
3èmw Milénaire n. 82 – Traduzione della dr.ssa
Luciana Scalabrini
Ci sono bisogni fisici, ma non ci sono bisogni
psicologici.
Il riposo, l’immobilità del corpo e il rallentamento delle funzioni
psicologiche sono necessità allo stesso titolo dell’attività.
Non si può isolarsi volontariamente per meditare, ma si può
essere soli nello stato meditativo.
Quando siamo soli, seduti in modo confortevole con il corpo
immobile, una agitazione mentale impedisce ogni
autentico rilassamento, ogni sensibilità e nuoce al libero gioco della
respirazione…la potenza dei nostri condizionamenti non ci permette di essere
vigili e silenziosi.
Il silenzio del pensiero è azione e risultato, è stato
meditativo.
Quando le circostanze e l’ “intelligenza”
fanno sì che il pensiero non abbia più
ragione d’essere, il pensiero arriva a una fine.
Dallo stato meditativo viene il rilassamento e la normalizzazione della respirazione. La meditazione non può
essere organizzata, nemmeno nella solitudine, e il gruppo crea una dipendenza.
Lo stato meditativo è libertà.
Non c’è dunque premeditazione o motivazione, di conseguenza
non c’è soggetto di meditazione.
La meditazione è lo stato di pura attenzione.
La pura attenzione non è limitata a
un luogo o a un movimento privilegiato del giorno o della notte.
La semplice attenzione silenziosa e spontanea alla
respirazione, e il suo incontro con il centro ombelicale, non ha alcun rapporto
con una ricerca o uno sforzo di concentrazione che è la negazione della
libertà.
Non c’è differenza tra essere attenti
all’incontro della respirazione con il centro vitale ed essere attenti alla
totalità del movimento della vita. E’ possibile che durante le attività quotidiane l’inspirare e l’espirare e l’incontro della
respirazione con il centro vitale rientrino nel campo dell’attenzione, questo
si può produrre naturalmente, ma non può essere ricercato perché non c’è nulla
da raggiungere nello stato meditativo.
Il rilassamento deve essere la conseguenza della pace
interiore e la pace interiore è nella dimenticanza di
sé.
Sedersi all’orientale o all’occidentale non ha nessuna importanza. Non ci si siede per meditare.
Ma
essere seduti di preferenza verso il Nord–Nord/Est,
la nuca senza tensioni nel prolungamento della colonna vertebrale, in
equilibrio e ben diritti, con i muscoli perfettamente rilassati: testa,
mascella, lingua ( essa è direttamente collegata al cervello), nuca, spalle e
bracci, ecc, lascia il libero gioco della respirazione favorire la circolazione
del sangue e dell’energia.
All’inizio, lo stato d’attenzione è a
volte molto corto. Rapidamente, lo sperimentatore e la nozione
d’esperienza riappaiono; essere attento al processo d’identificazione del
pensatore, è già lo stato d’attenzione.
Lo stato d’attenzione cresce poi in
intensità e in lunghezza, penetra nelle attività quotidiane. L’energia
non è dispersa, la vigilanza naturale e costante. Comincia ad infiltrarsi nei
sogni senza disturbare il sogno. Non è necessario
interpretare i simboli, analizzarli, sono compresi dal vivo e scompaiono con la
percezione diretta della loro attualità. All’inizio, si può avere l’impressione
di pensare e di sognare di più. Fino a qui, non si era attenti alle attività del
pensatore nello stato di veglia e certi sogni soltanto toccavano il conscio.
Ormai è tutto il giorno e tutta la notte che il
conscio opera. Il regno del silenzio si spande nella coscienza. Il sonno e lo
stato di veglia non sono che un solo e stesso
movimento. Più si è attenti , più si avanza nella
conoscenza di sé e più si stabilisce l’ordine nei registri della memoria, più
si è attenti, la mente silenziosa.
Il movimento autentico della vita è falso per il pensiero. E’ quando l’essere è “lavato dal me” che viene ad esistere
ciò che è al di là di ogni condizionamento, del tempo e del pensiero. Essere
preoccupati per l’energia, concentrarsi su una postura o sul centro ombelicale
è sempre un’attività condizionata dipendente da un risultato. Ci sono degli “
assediati” della postura giusta e delle energie: ricevere o dare energia, fare circolare le energie, normalizzarle… Cos’è
l’energia? Esiste una energia o più energie? Una energia psichica o sessuale, mentale, emotiva o fisica?
Qual è la natura della materia? Al di là del pensiero,
nella rinuncia al sé, non c’è più chi dà e chi riceve.
L’energia s’esprime nella diversità e l’unità è nella diversità. Gli opposti sono
l’espressione dell’unità. I conflitti psicologici non sono degli opposti, ma
delle prese di posizione, quando il pensatore mette l’accento su questo o
quell’opposto. L’osservatore genera il fenomeno d’osservazione, e la differenziazione
dell’unità della moltitudine è la scelta del pensatore. La scelta del pensatore
non può sfuggire ai limiti dei suoi condizionamenti. Non si può sperimentare o
possedere l’energia. L’esperienza come il senso di possesso sono
del pensiero e il pensiero è una frazione dell’energia…
L’energia frazionata non è la totalità ed è nel particolare,
nella totalità, che regna l’intelligenza.
L’intelligenza è libertà, e l’azione del pensiero è sempre nel campo del
condizionamento. Essere semplicemente attenti, senza scelta né nell’inspirare
che nell’espirare, né nel centro vitale, nell’ addome
a 3,5 cm. sopra l’ombelico. Si sente la salita e la discesa del respiro in relazione al centro vitale. L’attenzione non è la
concentrazione, non c’è scelta e dunque nessuna esclusione.
L’andare e venire armonioso della respirazione e tutto il movimento della vita
interiore ed esteriore fanno parte del campo
dell’attenzione. E’ possibile intendere, vedere e sentire con il centro vitale.
L’attenzione silenziosa è di volta in volta nel centro vitale e dappertutto;
può prodursi una sensazione luminosa a livello del centro vitale. Quel vissuto
è molto benefico per la salute. Questo può succedere in un qualsiasi momento
della giornata o della notte, durante gli esercizi di sensibilizzazione,
nelle attività quotidiane, negli sforzi, come nella posizione seduta e gli
esercizi respiratori. La conoscenza di sé non può essere “coltivata” nella posizione
seduta. Al di là del condizionamento è il non
manifestato. Il non manifestato esiste indipendentemente dal manifestato.
Con procedimenti diversi derivati dall’ipnosi (ripetizione
di parole, visualizzazione e concentrazione) si ottiene
l’arresto del pensiero o vuoto mentale. Il vuoto mentale non esiste. L’arresto
del movimento del pensiero è immobilità e l’immobilità
non è la fine del pensiero.
La cessazione delle attività del pensiero avviene
naturalmente attraverso l’esaurimento del contenuto della totalità dell’inconscio. Quando non c’è più
contenuto, il contenente non ha più ragione d’essere; questa è la conseguenza
della conoscenza di sé, non di una decisione o di un metodo. Non c’è che una energia nella diversità.
E’ la coscienza personale di sé che crea le divisioni
illusorie tra la mente e il corpo, il pensatore e il pensiero, il conscio e
l’inconscio, l’energia e le energie, l’immobilità e il
movimento. L’individuo non è l’universale e l’universale
non è l’individuo. Non c’è che la vita nell’eterno presente.
C’è una postura seduta giusta, ma nello stato di pura
attenzione, non ci si preoccupa della postura… della posizione della testa,
della colonna vertebrale, ecc., neanche della
respirazione e del centro vitale…
Quando la mente è silenziosa, attenta, il corpo sente la postura
che gli conviene; si risvegliano i processi di rilassamento e scompaiono le
tensioni fisiche.
La pura attenzione non può essere orientata, non ha
direzione nemmeno se si concentra da sola.
La respirazione e i suoi scambi con il centro ombelicale, a
3,5 cm. sotto l’ombelico, nell’addome, rientrano nel
campo della pura attenzione. Quando l’ordine è
ristabilito nei registri della coscienza e le energie sono normalizzate
nell’organismo, il centro ombelicale ha la sua sensibilità nella percezione del
presente.
Con l’esercizio di sensibilizzazione,
i difetti che impediscono la postura seduta, si possono rettificare. Sedersi su
di un cuscino aiuta la buona tenuta della colonna vertebrale e il rilassamento.
Perché il corpo si rilassi, cosa importante nel rilassamento, lo
si lascia prima esprimere nella sua sensibilità, esercizio di
sensibilizzazione. In seguito prende da solo la posizione che gli si addice.
Nessuno può insegnare la postura giusta. Il corpo ha la sua
intelligenza ed è nella libertà che si esprime l’intelligenza.
Il centro
ombelicale o centro vitale.
Il centro vitale è un centro d’energia situato al livello
del centro d’equilibrio del corpo, o centro ombelicale, a 3,5 cm. sotto l’ombelico, all’interno del bacino.
La qualità degli scambi d’energia con il centro vitale è
legata alla profondità della respirazione; la normalizzazione
della respirazione è la nascita spontanea e armoniosa dell’inspirare ed
espirare nel centro ombelicale. E’ l’unità perfetta del respiro e del centro
vitale.
Respirazione ed energia formano un insieme con l’organismo.
La normalizzazione dell’energia è determinante
per la salute come per la chiarezza del pensiero e la lucidità.
Le attività del cervello agiscono sull’organismo e
reciprocamente.
L’essere umano non è separato dall’universo; è un tutto nel
suo insieme.
Così la normalizzazione
dell’energia viene con la conoscenza di sé e non può essere la conseguenza
unica di un esercizio fisico e respiratorio. Gli esercizi fisici e respiratori
non sono indispensabili alla conoscenza di sé, esistono molti approcci del
corpo; molti condizionano di conseguenza lo sforzo e l’attitudine mentale di
cui necessitano.
Concentrarsi, essere preoccupati per il centro vitale e per
il fatto di vedere o sentire con il centro vitale sono attitudini mentali.
La concentrazione è una frammentazione dell’energia;
nell’attenzione non c’è direzione, dunque nessuna frammentazione.
La frammentazione è una dispersione d’energia e l’attenzione
alla sensibilità del centro ombelicale all’istante presente è normalizzazione e circolazione d’energia: l’organismo intero
si ricarica.
Lo sforzo del pensatore è una reazione a
un disequilibrio.
L’equilibrio non è nello sforzo del pensatore e i metodi
generano lo sforzo del pensatore.
Con il silenzio del pensiero, il corpo, il sistema nervoso
si distendono, la respirazione si normalizza e il
centro vitale rientra naturalmente nel campo dell’attenzione. L’udire, il
vedere o il sentire con il centro ombelicale vengono
spontaneamente senza essere cercati.
I metodi sono elaborati dalla mente e adottare un metodo
viene da un’attitudine mentale.
La fine del condizionamento è la conoscenza di sé.
Non c’è bisogno di preoccuparsi delle energie o dell’energia; l’energia si normalizza da sola.
La normalizzazione della
respirazione e dell’energia nell’organismo risveglia la sensibilità del centro
vitale nella percezione diretta dell’istante presente.
E’ intendere, vedere e sentire con il centro ombelicale.
La sensibilità alla vita è lo stato d’attenzione.
Intendere, e anche sentire col centro ombelicale, è una
particolarità, ma lo stato d’attenzione non è limitato a
una parte qualsiasi del corpo; è la totalità dell’organismo che è sensibile.
La sensibilità del centro vitale è la conseguenza della normalizzazione della respirazione e dell’energia, e quella
normalizzazione si fa con l’attenzione.
Non si diventa attenti, l’attenzione è dove non si è.
L’attenzione è la percezione diretta della realtà.
Non si fa lo sforzo di essere
attenti al centro vitale, alla respirazione; gli esercizi di respirazione sono
vissuti nella pura attenzione.
Lo sforzo, il desiderio e la concentrazione sono attività
del me; il me non può fare l’esperienza della realtà.
Il pensiero, conscio e inconscio, è il me. Gli effetti del
pensiero interamente il me.
Lo stato d’attenzione conduce al silenzio del pensiero, e
ciò che conduce al di là del pensiero non è l’effetto
del pensiero.
La normalizzazione dell’energia è
il silenzio del pensiero.