L’autore è un terapeuta che pratica l’ironia socratica e cura attraverso il
riso.
Verso un’ecologia spirituale.
Da qualche decennio le persone, sole o in associazione, che denunciano lo
spreco energetico, sono sempre più numerose. Tuttavia,
i frequentissimi casi di allarme che annunciano
disastri ecologici non sembrano colpire le coscienze più informate.
Questa aberrante situazione deriva dallo stato psicologico dell’uomo
moderno per il quale la vita interiore non è che uno
spreco energetico dello stesso tipo. Come possiamo essere coscientemente
sensibili allo spreco energetico e a tutta la bruttezza che ne consegue, se non
siamo consci interiormente del nostro proprio e permanente sciupio d’energia?
Tutti aderiscono (intellettualmente) alle conclusioni del film “Una
verità che scotta” di Davis Guggenheim e Al Gore, ma
favoriranno molto poco i cambiamenti necessari. Perché?
Perché i problemi di
polluzione del pianeta sono in noi, perché siamo fondamentalmente inquinati e
in pieno disordine psichico e, di conseguenza, inquinanti e divoratori di
energia. Situazione fuori dalla portata dei politici
affannati del ventesimo secolo.
La polluzione interiore, il disordine secondo il filosofo Krishnamurti,
deve essere perfettamente compresa da una conoscenza cosciente di sé che sarà
la sola base sana di un cambiamento ecologico delle mentalità.
L’ecologia non può essere un’ideologia o non può risultare
da una petizione di principio senza generare potenti opposizioni o spaventose
reazioni contrarie ( terrorismo nucleare, genocidio genetico, modificazione
artificiale d’ecosistema, ecc).
E’ una comprensione viva, un’osservazione sensibile e non fantasmatica in
noi stessi a cui bisogna
imperativamente ricorrere. Scopriamo allora come la nostra energia, che
potremmo chiamare
vitale, si dissipa: attraverso le nostre emozioni perturbatrici (dominanti e
dominate), il nostro ronzio mentale che chiamiamo pensiero, le sofferenze
semicoscienti del corpo e tutte le sue contrazioni inosservate legate esse
stesse alle emozioni qualificate prima dominanti o dominate. L’anello è chiuso
e noi con lui! Di fatto nessuna sensibilità, base indispensabile di una vera
coscienza ecologica, è risvegliata.
Questa la constatazione che occorre imparare a fare: la nostra vera
responsabilità (quella cui rifuggiamo sempre, fino alla morte…).
Verso il disordine.
La conoscenza cosciente di sé viene da un vero apprendimento interiore.
Bisogna che impariamo a vedere il desiderio e la paura…
Ma cos’è “vedere”? Questa domanda,
quando si pone, ci mette alla soglia di quello straordinario apprendimento
intimo. E possiamo scoprire, dopo lunghi anni, che il nostro modo di vedere i
nostri desideri, le nostre inquietudini, le nostre angosce, i nostri terrori,
le nostre pesantezze e i nostri dolori dipende dall’osservatore che crede di conoscersi mentre si è sognato di conoscere se stesso per diversi anni.
Molto semplicemente perché non ha mai voluto vedere il “malfattore”, il “profittatore”,
il “negoziatore merdoso”, il “collerico inveterato” o il “grande calmo”, alias
il grande molle, il “politicante ingordo”, ecc… “Ma
non si tratta più di conoscenza di sé, mi direte voi…,” Quelli sono odiosi
giudizi sulla mia persona”, aggiungerete forse giustamente inquieti…
La paura punta verso il proprio naso (o il proprio
muso). Se sono un mascalzone, bisogna ben che impari a
vederlo, no? “ Ma in queste condizioni è impossibile, io non giudico e non
guardo oggettivamente ciò che è”, argomenterete voi per tentare di convincermi
di ciò che non bisognerebbe che foste.
E lì non possiamo più capirci.
Infatti, cos’è vedere (riprendo questo esempio
estremamente provocatore) che sono un malfattore (in una certa situazione,
ciascuno la sua, grazie!)? Che cos’è vedere se non è
vedere tutta l’ampiezza che c’è in me nell’approccio a quella constatazione?
Sale in me la paura di vedere, si può far sentire un disgusto a un livello più o meno sottile (come un’ondulazione
negativa), si può notare un blocco evidenziato a livello della gola, ecc.
Attenzione, stop, precisiamo che l’osservazione
in profondità non ha niente a che vedere con il dolore corporeo dell’angoscia.
L’osservazione in profondità libera, l’osservazione
superficiale tortura.
La prima è nel sentire di ciò che succede fino al livello più sottile,
energetico, la seconda è nell’immaginazione del sentire, e lì c’è la
sofferenza.
La prima richiede molta vigilanza, cioè il
discernimento dal vivo del passaggio abitualmente non osservato tra il sentire
(la sensazione) e il pensare (il fantasma).
Passiamo momentaneamente ai L.P. (Lavori Pratici
per i non scienziati!) con un esempio, confessiamolo, realizzabile al solo livello di un adepto agguerrito
nell’arte della conoscenza cosciente di sé (si astengano i principianti): mia
moglie mi rompe. Sento ondate di calore, di collera, di rancore…mi siedo per qualche minuto,
ritorno alla sensazione così dimenticata del mio corpo, quella del palmo delle mani,
della pianta dei piedi, del mio viso con le mascelle contratte, delle spalle
tese, ma anche del respiro interiore che scende nel petto con l’inspirazione,
quella dello spazio o del vuoto tra due tensioni o due dolori ecc… Infine,
passo ai L.P., penso a mia moglie e al suo amante (inutile cadere nell’osceno),
ritorno gentilmente alla sensazione corporea, al respiro interno; quel ricordo,
carico d’emozione, si confonde con una
sensazione più sottile del corpo e si cambia in una corrente d’energia; l’emozione
e il ricordo si rinviano l’uno all’altro; la sensazione più globale del corpo
può farsi più profonda; la paura e la collera possono essere percepite come
energie più sottili. Ma forse una sola emozione è
preferibile all’inizio (la paura o la collera).
Ecco in breve un vasto lavoro, quello di una vita, ma che vita!
Fare l’amore diversamente.
L’approccio, descritto qui troppo brevemente porta a un modo del tutto nuovo di
percepire il mondo e gli altri e di conseguenza di fare l’amore. Precisamente
perché il sesso non
si trova più dipendente dall’emozione e dal pensiero.
L’emozione e il pensiero sono infatti grandi consumatori di
energie vitali (o sessuale pura), che fabbricano tutti i fantasmi e tutte le
frustrazioni e il loro incentivarsi reciproco e intempestivo. La cosa più
difficile ma anche più straordinaria per un essere ordinario, consiste nello imparare a vedere-sentire che, nella relazione
sessuale, i movimenti motori del corpo sono dominati dall’emozione, valore di
grande portata, per il quale l’energia sessuale è un bene di consumo servito
sul piatto dei pensieri condizionati da
ogni sorta di volgarità e illusioni di ogni genere.
E’ la grande confusione!
Ma ciò che la
biologia e le nostre scienze umane ignorano, è che la sessualità dell’essere
umano è un autentico tesoro energetico. E che l’energia
sessuale, quando è lasciata alla funzione sensoriale del sesso, e non quando è
vampirizzata dalle nostre funzioni emozionali e intellettuali, alza il nostro
livello vibratorio. La vita diventa leggera e senza ego. La sensibilità,
o sensitività dell’insieme del corpo, il risveglio dell’anima fatto da noi
proprietari terrieri autenticamente responsabili, liberi dai grandi principi
che spezzano la confusione senza aprire la mente alla conoscenza cosciente di
sé. E’ attraverso questa via che le nostre vite possono espandersi, dal corpo
allo Spirito passando attraverso il senso profondo di ciò che è l’anima umana.