Vimala Takar
La dimora del
silenzio, una energia non cerebrale
3ème Millénaire N.82 – Traduzione della
Dr.ssa Luciana Scalabrini
Quando la mente condizionata, l’io cosciente, volontariamente,
senza sforzo, s’orienta verso l’abbandono o la non azione, si stabilisce un
nuovo movimento nella vita di una persona. E’ un’energia nuova, che si attiva
attraverso la non azione dello spirito condizionato.
E’ solo la non azione della mente nella sua totalità, senza
frizioni, spontaneamente, secondo una non azione mentale volontaria, che attiva
nella persona un’energia che non è né cerebrale né psichica. Niente
altro può attivare o mobilitare nell’uomo quella energia non cerebrale e
non fisica. Chiamiamola intelligenza.
Quella energia, quella sensibilità, è diversa dalla sentimentalità
o dall’affettività, che non sono che rughe del piano mentale. Usiamo il termine
sensibilità per quell’energia non cerebrale, che non è una parte di ciò che, in
modo vago, ereditiamo. Quelle energie cerebrali,
quelle del cervello, fanno parte della nostra eredità. Una parte è ereditata, un’altra coltivata da noi stessi, un’altra formata
dalla società, ecc. Noi siamo il prodotto di numerosi condizionamenti.
Appare ora una dimensione dove, nella non azione della mente
condizionata, l’intelligenza, o sensibilità percettiva, s’attiva nel silenzio.
Questa non ha niente a che vedere con il passato umano, o i suoi
condizionamenti. Il silenzio offre lo spazio necessario a quell’energia perché
si manifesti da sola.
Finché siamo identificati e occupati a
usare e utilizzare le altre energie, questa, anche se esiste in noi, non ha la
possibilità di essere mobilitata e di cominciare a funzionare.
Anche nella nostra vita quotidiana, conosciamo momenti, rari
istanti di vita durante i quali, un minuto o due,
un’ora o una giornata, l’energia non cerebrale improvvisamente entra in gioco.
Improvvisamente confrontati alla morte, con lo shock subito dal cervello, il
movimento cerebrale, il tempo cessano, e l’altra
sensibilità subito si mobilita e, temporaneamente, si mette a lavorare. Appare
un istante e dispare.
Nei momenti d’amore, siamo trasportati in uno stato senza
ego e l’altra energia comincia a funzionare, ma non diventa una dimensione
normale della coscienza. Non viviamo in lei, né ne usciamo: la attraversiamo.
Anche se non la riconosciamo in quanto tale, non penso che un solo essere umano
possa non essere toccato da quella energia nel corso
della sua vita. Ci sono necessariamente degli istanti in cui intravediamo
questo.
Ma qui non è questione di una percezione, ma di un
cambiamento nella dimensione e nella dinamica delle
nostre relazioni. Ci tocca da vicino.
Perché la specie umana constata che, qualsiasi cosa faccia con la
mente e il cervello, qualsiasi siano le sue opere, le sue realizzazioni dovute
all’organo cerebrale, non è ancora giunta alla pace interiore, all’amore,
all’amicizia, alla compassione. Noi siamo in guerra gli uni contro gli altri,
come individui e come nazioni. La gravità della situazione è reale, e dobbiamo
trovare un modo di vivere col quale possiamo incontrarci senza paura, senza la sensazione
di essere aggrediti, senza sensazione di violenza.
Quell’altra energia in noi e nell’universo, può essere
chiamata intelligenza o sensibilità percettiva. Non forma un’entità come l’ego;
non è localizzata nel cervello. Quella energia penetra
ogni nervo, ogni goccia di sangue, ogni atomo di materia. Quando,
nel mondo del silenzio, quella sensibilità percettiva si esprime, si attiva e
si mobilita, e quando gli occhi sono aperti, è la sensibilità percettiva, o
intelligenza, che guarda un oggetto.
Abitualmente, quando guardiamo un oggetto, la nostra mente guarda con gli occhi, e l’oggetto è percepito secondo
l’umore del momento. Le percezioni sono inquinate dagli umori mentali, non sono
obbiettive e le risposte sono distorte.
Al contrario, il contenuto dell’energia non cerebrale non si
colloca nella struttura del pensiero, ma è il vuoto. Quella energia
ha una formidabile celerità a muoversi.
Lei ha una velocità incredibile, e si mostra infinitamente
più rapida del pensiero che deve viaggiare attraverso il tempo. Il pensiero
cavalca il suono e dunque deve viaggiare. Ma quella intelligenza
cavalca il silenzio, fuori dal tempo e dallo spazio. Per questo ha una
formidabile velocità. Così il silenzio percepisce, e il silenzio
risponde. Non c’è centro nel corpo o nella coscienza per cui
interviene la percezione, e a partire da quella sorge una risposta. Al
contrario, la sensibilità vibrante in seno alla totalità dell'essere vede e
risponde. Non c’è più un centro controllore e regolatore. E’ un movimento della totalità.
Nel mondo del silenzio, è attivata un’energia non cerebrale.
Non ha un contenuto carico, pesante; così la sua velocità è incredibile. Quando essa vede, entra in movimento la totalità. La
totalità della persona vede, e la totalità risponde,
in modo che la qualità della percezione si modifica. Non è una percezione nata
dalla dualità. Sul piano mentale, se l’osserviamo, la vita si divide in me e
non me. A livello di quella intelligenza, o
sensibilità percettiva, non esiste la divisione.
La vita è come un tutto. Il linguaggio cambia. Di solito
diciamo “vedo” ed è vero, ma chi vede nella dimora del silenzio dirà: “è visto”. La qualità della percezione si modifica.
Se
dico che le percezioni nascono dalla dualità, per favore, non prendete questo
come una teoria; è un fatto.
Questa intelligenza è sempre riferita alla totalità
interiore come a quella esteriore. Ogni elemento
particolare è così visto nel contesto della totalità.
C’è un cambiamento drastico e
fondamentale nella qualità della percezione, e dunque un cambiamento nella
natura della risposta. È il proprio corpo di ciascuno. La percezione della
totalità e il risveglio della totalità dissipano ogni
paura, e la spontaneità della risposta dissipa ogni senso di sforzo di vivere.
La vita diventa allora un movimento di rilassamento e spontaneità. Il cervello
non è morto; le
sue facoltà sono usate per quella energia. La potenza e le capacità del corpo
sono utilizzate per quell’energia. Dovrei dire che la coscienza individuale e
la coscienza cosmica si fondono, mescolate in quella
persona. Come l’aria entra nel corpo e ne esce,
quell’energia non è divisa dal muro della carne e delle ossa.
Una tale persona dispone delle
risorse dell’energia esteriore. L’energia è la stessa, si muove tutta intera e
le divisioni tra interiore ed esteriore, individuale e universale non esistono
più. Esistono al livello del corpo, ma più al livello
dell’energia. Ma l’energia, l’energia nella sua
totalità, è a disposizione dell’individuo che ha fatto del silenzio la sua
dimora.