Virgil
La spiritualità è la semplicità
3ème
Millénaire n.76 – Traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
Non c’è niente di serio. Tutto è caricaturale. Quando una persona è seria, è per venderci qualcosa. Quando dite di un libro che è serio, volete dire che siete convinti del suo contenuto.
Nella spiritualità non c’è convinzione, ma piuttosto semplicità.
Essere serio o no è sempre una dualità.
Quelli che non ci convincono non sono seri. E’ un gioco di parole. Degli amici dicono di preferire frequentarmi perché sono serio, e quando domando loro cosa vogliono dire con quella parola, rispondono che sono onesto, che dico la verità, non li prendo in giro e non provo a convincerli. Dunque hanno fiducia.
Ma questo non è di nessun vantaggio, perché la fiducia è vivere in sé. Non è la fiducia in un’autorità esterna, che sia io, Nisargadatta, Krishnamurti o un altro. Se la fiducia in sé non è vissuta, non succederà niente. Tutto è parole. Nel vissuto, le parole non contano più, non hanno importanza. Un giorno vi dite gioiosi: è una parola, un gioco. E tutti gira come voi.
Nella spiritualità, non si tenta di convincere nessuno. Si può dialogare. Si può dialogare per chiarire, ma non ci si perde nelle parole.
Non ci si mette a pensare che sia meglio dire questo o quello. Provare a convincere non è serio! Quando ascoltate un presidente o una personalità nota e dite che è seria, che Virgil per esempio è serio, vi attaccate alla persona. Allora è facile manipolarvi, ma io non lo faccio. Le persone credono che le respinga. Non respingo nessuno, ma è meglio così, per loro come per me. Infatti alla lunga le amicizie tendono all’attaccamento, alla ripetizione e non danno che una sicurezza illusoria. Pensate che a ogni incontro ci sia disponibilità di un’energia che renderà il lavoro interiore più facile. Ma è una trappola. Non tentate di acquistare una persona spirituale. Essere serio è essere sincero, onesto rispetto a ciò che si vive e non rispetto alle parole. Potete vedere la logica, la giustezza di ciò che è detto, ma riguardo a voi stessi, non volete cambiare. Il meccanismo, il condizionamento e le abitudini sono talmente potenti, che un minimo cambiamento vi fa paura. Il cambiamento non si fa per scelta, “perché voglio”.
Osservate ora, in questo stessi istante, non fra due minuti, non oggi pomeriggio o non so quando, guardate ciò che siete, ciò che pensate e non le parole che dico, se no è inutile. Guardate le vostre reazioni a ciò che è detto, ciò che ne pensate, i vostri giudizi. Tutta questa attività interiore succede talmente in fretta.
Sapete da prima quello che racconto, le domande e le risposte. Ma per me è un vissuto. Allora dov’è il serio? Non c’è niente di serio, tutto è caricaturale. Se dite: “oh! È stato commesso un omicidio”, o “c’è una guerra, è molto serio”, risponderò che non è serio, è stupido. Perché questo non dovrebbe nemmeno esistere. Se vedete persone che si uccidono, cosa fate? Non c’è niente di serio, e chiedere loro di fermarsi non vi renderà più seri. E se non si ammazzano più, ora sono più seri?
Tutto è caricaturale, tutto è gioco. Il serio non esiste. Ma potete dire che qualcuno onesto è serio. Vedete quante parole accompagnano la parola serio? Un libro che denuncia giustamente una persona o un avvenimento, è serio? E quale serio? Migliaia di persone sanno ciò che è raccontato senza aver letto quel libro. Allora cosa ci guadagniamo a dire che qualcuno è serio, e che ci fidiamo di lui? Per la vita mondana di tutti i giorni, è una grande soddisfazione. Ma nella spiritualità si sa che niente è serio, che tutto è disordine e che l’essere umano è primitivo come l’uomo delle caverne. Abbiamo la stessa brutalità, la stessa violenza, le stesse emozioni , cui si sono aggiunte innumerevoli furbizie e mezzi ben più perfezionati per meglio realizzarle. Siamo più tolleranti solo in apparenza. Ma di nascosto, possiamo fare del male. Così la storia ha conosciuto e conosce guerre sempre più feroci e sofferenze più laceranti…
Nella spiritualità, tutta l’attualità del mondo è vista chiaramente, lucidamente. Come spiegarvi che per la spiritualità non c’è niente di serio? Che una guerra non è seria? Mi ribatterete che è serio perché sono uccise delle persone; ciò che non è serio, sono le ragioni della guerra. E’ una pazzia! Se fossimo seri, non dichiareremmo le guerre, e non costruiremmo per distruggere dopo.
Una persona spirituale non è seria, nemmeno lei. Essa è piuttosto semplice. Non esiste serio accanto al non serio, perché allora ci sarebbero spirituali seri accanto ad altri che lo pretendono senza esserlo. Nella spiritualità c’è una chiarezza totalmente inoffensiva, che si prende gioco delle parole e delle etichette.
L’importante è dunque ciò che viviamo.
Potremo dire allora che questo è serio.
Ma tutte le parole sono sempre relative, e ciascuno possiede il suo opposto a diversi livelli. Essere spirituali è vivere semplicemente.
Senza l’atteggiamento arrogante di voler dirigere i destini dell’umanità e della natura. Noi siamo natura. Non si vede un albero decidere di fare spuntare un ramo qui oppure là. La vita è vissuta nella chiarezza-lucidità e non abbiamo più bisogno dei consigli della chiesa, dei guru, dei politici o della scienza per agire correttamente.
Qual è la differenza tre qualcuno che vive e un altro che non vive la spiritualità? E’ come se quest’ultimo fosse ipnotizzato e programmato come un robot. E’ questo il sistema, il condizionamento.
Il mondo esteriore è disordine e non possiamo chiedere ai sei miliardi di umani di vivere in un altro modo. La persona spirituale vive in pace. Non vive la disgrazia degli anni sessanta che hanno conosciuto i movimenti hippy e altri, dove il tempo si passava a cantare, a fare l’amore e a consumare droga. Quella disgrazia stessa è il prodotto di questa altra disgrazia che è il sistema.
Si ha bisogno unicamente di cibo, di acqua, d’aria e di un tetto. Il resto è una scelta. Se disponiamo di mezzi, possiamo procurarci altro, se no non ce la prendiamo. L’importante è la sopravvivenza.
Voler essere serio genera in noi l’ansia del divenire, possiamo cadere in una disciplina. E’ come se la parola sete dovesse produrre la sete e la parola fame, la fame, ecc. E’ così che alleviamo i nostri bambini. E con le parole creiamo in noi tutti quegli stati.
Tutto è caricaturale. Una caricatura può essere seria? Si e no. Come parlare di spiritualità e mettere tutto per iscritto? Per voi è un dialogo, un ragionamento, una logica.
Ciò che diceva Krishnamurti è vero. Si può in qualche secondo o in qualche minuto trovarsi trasformati radicalmente. Ma rapporto a cosa? Per un’energia o qualche altra cosa? Parlare qui di energia non fa che portare più confusione. Perché di che energia si tratta? La scienza ha molti strumenti di misura. Ma molte sono le energie che resteranno per sempre fuori dalla sua portata. Non si può dunque spiegare niente a quel livello. Quello arriva: è la chiarezza-lucidità. Sono sempre stupito: come portare quella chiarezza, come viene? Tutta la vita spirituale è basata su quella chiarezza-lucidità. Ma tutto quello che racconto non sono che parole. Quando la viviamo, quelle parole per parlarne le inventiamo dopo. Ma quelle parole non hanno niente a che fare con il vissuto, con la vita.. Allora come spiegare? Le parole saranno subito afferrate da quel computer che è il cervello, che non farà che giocarci. Tutto quello che vi dico è stato detto innumerevoli volte dall’alba dell’umanità. Ogni volta e in una frazione di secondo impercettibile, la memoria si impossessa dell’informazione e la razionalizza, in modo che non c’è una percezione diretta.
La percezione è sempre filtrata dalla memoria e dal condizionamento.
Ma nella spiritualità non c’è ragionamento. Quando parlate a qualcuno che pretende di essere spirituale e cominciate a dialogare, lì c’è un grande inganno.
La spiritualità non è ciò che pensate di cercare. Siate attenti, osservatevi, non comprendete le mie parole, scegliete! Ma scegliere cosa? Non le parole, ma le vostre reazioni, la vostra attività mentale.
Guardate come burlate continuamente e come non cessate di parlare a voi stessi delle cose più insignificanti. Con questa constatazione, il mentale potrà perdere forza e forse finirà per cedere. Sarà un lasciar andare. Ma non sarà la parola “lasciar andare” che creerà l’esperienza. E’ l’esperienza che viene prima, poi le parole. Dunque scegliete voi, voi stessi, non scegliete né me né le mie parole.
Quando vivete di intrighi, di ansie e altre banalità quotidiane, osservatevi, invece di lasciarvi portare dalle abitudini e dai meccanismi. Nella spiritualità tutto ciò che vi capitava prima, può continuare a capitarvi; ma non vi disturba più niente, più niente vi intriga.
Tutto è vissuto come facente parte della vita. Questo non vuol dire che ci si impedisce di parlare, di pensare e finire per considerare tutto falso.
Siate presenti a ciò che succede.
Ciò che capita a voi, capita a me allo stesso modo. Ma non lo vedo nello stesso modo in cui lo vedete voi. Non entro nelle parole, negli intrighi. Non mi domando come farò questa o quella cosa; me ne frego!
Questo sembra arrogante; ma non è dell’esterno che non m’importa, non è per mancanza di considerazione verso gli altri, ma di quello che può dire la mia testa. Scegliete? Se per esempio lasciate cadere per terra dalla vostra tazza un po’ di caffè, potete sentire una forte reazione, soprattutto se è sulla moquette. Quanto a me, non mi tocca. Agisco come devo, senza la reazione. Sono banalità; perché ce la prendiamo tanto? E’ nella testa che succede tutto e non al di fuori. Sono i nostri giudizi, le nostre abitudini, ecc. Ma in realtà tutto ciò che succede fa parte della vita. Vi piace che ripeta sempre le stesse cose. Pensate che alla lunga comprenderete.
Ma nei fatti non c’è niente da dire né da spiegare né da comprendere. Come parlare e scrivere su questo “ niente da dire”? Si lasceranno due pagine vuote? Le rare persone autentiche che fanno conferenze e seminari sanno che non c’è niente da dire.
Ma per parlare aggiungono parole! Quando parliamo, c’è qualcuno che ascolta e noi l’ascoltiamo mentre parla.
Ma chi ci ascolta quando siamo soli?
Ma noi continuiamo a parlare! Infatti parliamo come davanti a noi ci fosse un altro. Nella spiritualità non ci sono metodi né ricette. Non c’è che da osservare ciò che succede in noi.
Il presente stesso è azione, anche quando siamo soli.
Osservate come ripetete mentalmente una discussione, rincrescendovi di ciò che avete detto e di come l’avete detto. E’ rincrescimento e insoddisfazione che s’accompagnano ad una grande perdita d’energia. Così, quando sapete una notizia che ritenete interessante, vi preoccupate di riferirla subito agli amici…
La spiritualità non si vive che nella chiarezza-lucidità e mai in altro modo. Certi intellettuali possono, senza viverlo, parlare e spiegare brillantemente tutto questo.
Le persone vivono in una nebbia mentale.
La chiarezza-lucidità non costituisce un impedimento a ciò che vogliamo fare. Solo, non siamo più nella nebbia e tutte le parole che possiamo sentire non ci toccano più, ma cadono in un vuoto infinito, dove nessun condizionamento, nessuna abitudine o giudizio viene risvegliato o evocato. E’ difficile spiegare questa chiarezza-lucidità.
Tra i politici e gli intellettuali che fanno la promozione delle loro idee, non ce n’è uno che sia migliore o superiore. I loro dibattiti sono tutti catastrofici e non fanno che dimostrare le loro convinzioni e la loro superiorità. E’ il loro mestiere. Ma sono tutti ingannati dal contenuto della loro testa. Allora come spiegare quella chiarezza? Sarà sempre con delle parole.
La chiarezza si vive: non ci sono più ansie, più inquietudini, più intrighi… Per voi tutte le parole che vi dite e ripetete hanno una reazione nel vostro corpo.
Per me non succede così. Si può parlare di qualsiasi argomento, non mi tocca.
Non è che sia un selvaggio o che non mi interessi, ma là dentro (nella testa) non c’è niente, c’è un vuoto.
Non c’è evocazione di alcuna memoria, di alcun giudizio. E’ questo il mio “me ne frego”. Se c’è un’azione da compiere, sarà compiuta.. Ma quando attiro l’attenzione della gente su queste cose nel concreto della loro vita, si sentono attaccati!
Nella spiritualità l’interiorità si trova completamente trasformata. Ho lavorato ancora un anno dopo quella trasformazione. Potevo vedere chiaramente tutto ciò che succedeva. Facevo sempre lo stesso lavoro e continuavo a fare le stesse cose, ma tutto era chiaro senza alcuna pesantezza e senza le emozioni e le reazioni del passato. Tutto ciò che facciamo fa parte integrante della vita.
Viviamo in un sistema già stabilito, ci conformiamo, pur essendo liberi. Ciò che è difficile è vedere la truffa, le lotte e il loro gioco interminabile.
Non vorreste anche voi vivere semplicemente?
Questo articolo è costituito da discorsi tratti da diverse conferenze, raccolte e riassunte da Samir Coussa.