Ken Wilber
Passare l’inferno
3ème Millénaire n.91 – Traduzione della
dr.ssa Luciana Scalabrini
Lo stato reale del bambino è: l’inferno incosciente.
Ciò che accade, intanto, è che cominciate a risvegliarvi
all’alienazione del mondo in voi e attorno a voi. Passate dall’inferno
incosciente all’inferno cosciente.
Essere
coscienti dell’inferno, del samsara,
del lato disperato dell’esistenza, è ciò che fa crescere, e ci fa diventare
adulti, l’incubo della miseria e dell’alienazione.
Il sé del bambino è
relativamente in pace, non perché vive in paradiso, ma perché non è abbastanza
cosciente per vedere le fiamme dell’inferno attorno a
lui. Il bambino è totalmente immerso nel samsara, ma non lo sa, semplicemente.
Non è abbastanza cosciente da realizzarlo, e il risveglio
non è certo un ritorno a quello stadio infantile! O
una versione adulta di quello stadio!
Il sé del bambino, come il mio cane, non ha né senso di
colpa, né angoscia, né sofferenza, ma il risveglio non consiste nel ritrovare
lo stadio di coscienza di un cane (o una forma più matura della coscienza di un
cane)!
Il sé del bambino che cresce in risveglio e in lucidità,
diviene lentamente cosciente della sofferenza intrinseca all’esistenza, del
tormento inerente al samsara, del
meccanismo di follia del mondo manifesto. Comincia a
soffrire.
E’ introdotto alla
prima Nobile Verità, un’iniziazione al mondo della percezione, che è costituita
dalla tortura del fuoco, causato dai desideri inestinguibili che non possono
essere estinti. Non è un mondo privo di ogni desiderio
quello del precedente stadio di immersione del bambino, ma semplicemente il
mondo che dominava quello stadio lo faceva inconsciamente, e di quello stadio
il sé diventa lentamente consapevole nel dolore, e in modo tragico.
Così, crescendo nella coscienza, il sé passa dall’inferno
incosciente all’inferno cosciente.
E lì può passare tutta la vita, cercando con ogni mezzo le
numerose consolazioni che possono temperare le
emozioni brutali e tormentose, frenare la immagini della disperazione.
La vita diventa come drogata con la morfina. Trovandosi avviluppato
dallo sfavillio anestetizzante di tutte le sue compensazioni, può perfino
arrivare a convincersi, per un apprezzabile periodo di tempo cosparso di petali
di rose e di profumo di lavanda, che il mondo duale è
qualcosa di gradevole.
Ma come alternativa a tutto questo,
il sé può continuare la sua crescita e il suo sviluppo nell’ambito veramente
spirituale: trascendendo il senso di separazione, si innalza verso il Divino.
L’unione col Divino, una unione che era presente ma
inconsapevole fin dall’inizio, infiamma la coscienza in una illuminazione
brillante in uno choc ineffabile: egli realizza la sua Identità Suprema con la
stessa Mente.
Ed
ecco dunque il percorso dello sviluppo umano: dall’inferno inconsapevole
all’inferno cosciente al paradiso cosciente.