Laurence Zekri
(autore di opere ed. A.L.T.E.S.S.
- France)
Dal
bisogno d’amore all’Amore
3ème Millénaire
n. 32 – Traduzione della Dr.ssa Luciana Scaalbrini
Prima di arrivare al “chi
sono?”, prima che il “chi sono” sia assorbito dal Sé, la Grazia, la
nostra vera natura, c’è per molti la tappa di quest’altra domanda: qual è la
mia vera ricerca, la mia ricerca profonda?
Quando un tale
interrogativo non sorvola più la mente e sta per sciogliersi nel cuore, allora
è possibile vivere la comprensione che è libera dalla risposta..
Essere
liberi da una risposta, è non aspettare da lei
una soluzione. E’ restare tranquillo, libero da ogni pensiero. E’ lasciare che
la domanda venga assorbita dal cuore e sperimentare la
Sorgente di ogni risposta.
Quando una domanda, un avvenimento,
un essere è per voi importante, osserviamo cosa
capita. La vostra attenzione si posa su ciò che il pensiero ha reso
importante, limitando la vostra coscienza a un’infima parte del tutto. La mente
allora ritrova le sue contraddizioni, il suo voler
controllare tutto senza coscienza del Tutto. Ed è lo stesso per l’amore. Finchè
il bisogno di essere amato, d’essere riconosciuto domina la vostra coscienza, siete rivolti all’esterno, in attesa e nello sforzo che
questo amore sia soddisfatto e vi riempia.
Allora dipendete da ciò che viene, passando dalla sofferenza al piacere,
dalla tristezza alla gioia.
In quella dipendenza dagli
avvenimenti, dalle
persone, in quella separazione dal soggetto che subisce e vive al ritmo
dell’oggetto esterno, realmente ci si domanda: “Ciò che vivo è in accordo con
la mia aspirazione profonda? Qual è la mia vera ricerca?”
La ricerca di ogni essere è la felicità che di certo è vivere la pace,
che non conosce sofferenza, per altri vivere l’amore, che non conosce la paura
di perdere. La felicità conosce la permanenza. Quando
vivete l’amore, il vostro desiderio è che rimanga presente. Non è la Grazia che
risveglia in voi quell’aspirazione! La coscienza della permanenza non può
essere separata da voi, perché voi siete Quella. Ma la
vostra identificazione con la mente, coi suoi riferimenti, coi suoi giudizi non
permette alla vostra visione d’essere libera e non vedete ciò che è già lì, e
che si svela.
Osservate
come il campo di coscienza è limitato
nell’attaccamento. Guardate come i pensieri si dirigono e vi rinchiudono
dalla parte del vostro attaccamento. In quella chiusura su una parte del tutto, dite che
aspirate alla libertà. Non è ancora una incoerenza
della mente? E, quando si tratta dell’amore, il desiderio
così profondo di viverlo ciecamente fa focalizzare la coscienza sull’oggetto
d’amore. I veli della mente in quel turbamento nascondono il
discernimento e la persona arriva a credere che può costruire qualcosa di
duraturo, di permanente, sull’effimero. E’ per questo che
tanti esseri vivono quella confusione dell’Amore, diventato bisogno d’amore:
bisogno d’essere riempito, di piacere.
L’uomo aspira all’Amore, ma
l’Amore non può avere bisogno, perché è libero da ogni aspettativa.
Dall’amore fiorisce l’Amore. Tutto ciò che è visto è pieno della Presenza e non
c’è più coscienza di separazione. Ciò che è vissuto è una continuità d’Amore e
non è più la cosa vissuta che è essenziale. Non sono più gli atti o l’atto
d’amore che sono
importanti. E’ semplicemente l’Amore che è vissuto in tutto. La
manifestazione può prendere diverse forme, ma ciò che è vissuto resta l’Amore,
il cuore allora non è più dipendente dall’esterno. Sentite che la vostra
ricerca è sempre stata lì, in voi.
Quando lo realizzate, non potete più restare nella credenza
che, lasciando che la mente controlli tutto, sarà possibile realizzare la
propria ricerca d’amore, di Pace, del Sé… La natura della mente non è quella di
funzionare nella separazione, con un soggetto e un oggetto? Quando
siete identificati con la mente, dietro ogni azione voluta, controllata da lei,
si nasconde l’attesa, per quanto sottile. E quando c’è
attesa, c’è desiderio di arrivare, di ottenere. La coscienza rivolta verso
l’oggetto esterno oscura il discernimento. L’essere non vive
più libero da ciò che arriva e da ciò
che desidera e che attende. Come, nella separazione, l’amore può essere
libero?
Finchè c’è un io e un oggetto d’amore, c’è desiderio
di possederlo, di unire l’io all’oggetto.Vivere l’Amore, la Pace profonda, la
Pienezza, è non essere più separati, è realizzare che
lo spazio tra l’io e l’oggetto è sofferenza o piacere, sottomissione o volere e
non è che una formazione mentale. Quando la mente tace, lo spazio, l’io,
l’oggetto, sono
assorbiti nella Pace.
La difficoltà a lasciar andare, il piacere spesso
ritorna in
occasione di ritiri o di stage individuali. L’ego riconosce che si sente pronto
a lasciare la sofferenza, ma non è lo stesso per il piacere. Ma
le cose non stanno così. Non c’è da fare lo sforzo o da accettare di staccarsi
dalla sofferenza o dal piacere, perché quello non sarebbe che
controllo. C’è semplicemente da restare tranquilli, senza attesa, senza volere; lasciare fiorire
la Grazia. E’ il vostro vissuto della
Pienezza, della Pace, dell’Amore
che tutto riempie, che assorbe ogni attaccamento.
L’ego ha associato la sua ricerca d’amore al piacere e
questa confusione del piacere-attesa che è legato al
bisogno di essere amato, di essere riconosciuto, rinforza l’attaccamento al
piacere.
E’ quando vivete la Pienezza che realizzate che il piacere
appartiene alla mente. Per molti è l’attaccamento più profondo e l’ego a volte
crede di liberarsene rendendolo più sottile. Il piacere allora s’attacca al
meraviglioso, all’energia più che al corpo fisico; ma c’è assenza d’oggetto,
perciò di separazione? Dietro il piacere la sofferenza
è sempre in agguato. Il piacere associato al bisogno d’amore non può essere
permanente e voi ne conoscete la fragilità.
Quando vivete ciò che certuni chiamano risveglio, l’Amore
assorbe il piacere. Non potete né desiderarlo, né cercare di appagarlo.
Perché, pieno d’Amore, è scomparso. E’ l’Amore che è in lui.
Ma non restano che parole quando è la mente che ascolta.
E’ sperimentando, vivendo la vostra vera natura che conoscete la
Sorgente di ogni cosa.
Nella sua ricerca l’aspirante
spirituale incontra spesso un altro ostacolo. Ritrovare quel momento di
Pace profonda, d’Amore, di Pienezza. Dovrà liberarsi di quell’attesa, perché,
fin che c’è quest’ultima,
è l’ego che si esprime.
E’ quando la parola non ha più bisogno d’essere compresa d’essere difesa, è
quando la mente è silenziosa, tranquilla, senza attesa che la vostra vera
natura può svelarsi. Allora la parola è Amore.
Non aspetto di vivere la Pace.
Sono la Pace.
Non aspetto di vivere l’Amore
Sono l’Amore
Se sapeste nel vostro cuore l’Amore che siete, non potreste più allontanarvi dalla gioia. Quando diventa evidente questa convinzione, si
risveglia l’Ardore.