La Divina Commedia
3ème Millenarie n. 76 – Traduzione di
Luciana Scalabrini
In fin dei conti, all’ultimo, la Realtà
sorride, non aggrotta le sopracciglia. Asciuga tutte le lagrime del mondo.
Ecco qualche esempio della profonda
relazione tra l’Humor e l’Amore, la luce, la Gioia:
1) in inglese, la parola light ha due significati differenti:
a) luce, luminoso, raggiante, brillante,
splendente
b) leggero, non pesante, forse serio ma non
severo né greve, in ogni caso non solenne.
A dire il vero, considero il
doppio significato della parola light
come una profonda rivelazione del Mistero e della Potenza (e della gloria)
all’origine di ogni cosa. In altri termini, lontano dall’essere un semplice
accidente linguistico, è una fanfara cosmica che proclama l’interdipendenza
dell’amore e dell’humor, del senso dell’esistenza e di ciò che costituisce la
vera felicità in teoria e in pratica e
che ci dà accesso alla natura ultima della Realtà.
La parola spirituale viene dal latino spiro
da cui inspiro-espiro, cioè il
soffio, il soffio di Vita. E dal latino spiritus da cui deriva spirito in opposizione a materia, a ciò che è denso e pesante. Lo
Spirito non è sottomesso alla legge della pesantezza.
Vivere una vita spirituale
dovrebbe significare assaporare il Soffio di Vita, l’Amore e la Luce.
2) Per esplorare l’humor, perché non far
ruotare la freccia della vostra attenzione di 180 gradi e guardare a partire da
cosa guardiamo? Ecco il grande scherzo: non siete Qui, al centro di voi stessi,
quello che sembra che voi siate dal di fuori, non è vero?
Visto dal lato da dove ci si guarda, questa
piccola persona nello specchio con tutti i suoi condizionamenti, non vi fa
sorridere e perfino ridere per tutti i suoi errori e le sue debolezze? Quando
si osserva il proprio piccolo me dal punto di vista della Coscienza infinita al
Centro di se stessi, si sviluppa un
certo senso dell’humor in rapporto a sé.
Si può continuare a identificarsi a questa
apparenza e a prenderla così sul serio? In questo modo non è “disattivata”? E
sorge alla fine la compassione per questa piccola persona e per tutte le altre
piccole persone in tutti gli specchi del mondo. Perché qui, al centro, come
siamo realmente, siamo tutti uniti in una sola e stessa Realtà.
Ciò che è più divertente è che in effetti
non abbandoniamo mai, nemmeno per un solo istante, la nostra vera casa di luce.
Guardate ora ciò che vi è dato da queste parole impresse, questo luogo a
partire dal quale sono viste. Potete ispezionare il Cosmo per secoli, mai
troverete uno Spazio così spazioso come questo, così profondo, così alto, largo
e chiaro.
Silenzio! E’ il trono del Re di tutti i re,
il re dell’Amore e della Luce.
Le apparenze sono fatte per essere amate,
la Realtà è fatta per essere vissuta.
3) Questo si accorda perfettamente con la
saggezza umana tradizionale. Prendete per esempio, la tradizione secondo la
quale il corpo ritorna alla terra mentre lo spirito sale al Cielo attraverso un
tunnel. C’è un numero sempre crescente di testimonianze da persone che si sono
trovate sulla soglia della morte, ma, non avendola mai oltrepassata, sono
tornate a dirci che questa esperienza consiste in due elementi. Alla fine del
tunnel:
a)
si incontrano i parenti morti;
c) ci si fonde nella luce che è là,
infinitamente brillante, ma mai abbagliante. Nella maggior parte delle lingue
europee c’è ora una letteratura sempre più voluminosa sull’Esperienza
pre-morte, e abbiamo tutta la convenienza a prenderla sul serio se si desidera
la vita eterna. Se volete ignorarla, lo fate a vostro rischio e pericolo! Ogni
esperienza prossima alla morte è unica. Certe esperienze non sono state
abbastanza apprezzate. Ma la stragrande maggioranza delle testimonianze non
potrebbe essere più positiva. Non si tratta di coltivare e nemmeno di celebrare
la gioia che nasce da quella visione. E’ semplicemente data! Non rifiutatela!
Ma l’importante nell’esperienza vicino alla
morte non è ciò che succede agli altri. E’ la mia esperienza personale. Ogni
volta che faccio la mia passeggiata (quasi 1 km) sono “meravigliato” che per me
non sia ancora il momento di fondermi col Divino. La prossima volta forse.
4) Alla fine, la Gioia è il risultato della
libertà e della imprevedibilità. E’ il frutto della necessità e non dovrebbe
essere coltivata.
Mi rimane l’immagine di una divinità che,
per il dono totale di Sé stessa, asciuga le lacrime negli occhi del mondo.
Niente di strano se il poeta e veggente
italiano Dante Alighieri concluda la sua Divina Commedia (parola giusta) con
una visione del Cielo come un Grande Sorriso.