Jean Klein
Sentire il cervello
(l’approccio a livello del corpo)
3ème Millenarie n. 56 – Traduzione di Luciana Scalabrini
J.K: Quando i muscoli sono sentiti, sono
liberi da tutti i condizionamenti, perché la sensazione libera le tensioni e le
reazioni. I muscoli sono ricondotti al loro stato naturale. Potete sentire il
cervello nello stesso modo, anche se questo è ignorato in neurologia. Quando il cervello è sentito, si
distende completamente e tutte le sue vibrazioni rallentano. Quando il cervello
è profondamente disteso,non c’è più localizzazione;
così non ci può essere concettualizzazione. Non potete più pensare, perché
pensare è una localizzazione, principalmente situata
nella regione frontale. Così non è necessario difenderci dal pensare, ma
semplicemente arrivare allo stato assoluto di rilassamento del cervello.
Le funzioni e le attività appartengono alla
mente e la mente funziona nello spazio-tempo. Nel rilassamento profondo, siete
liberi dal pensiero e allora siete liberi dallo spazio e dal tempo che non sono che dei pensieri. Quando
siete liberi dallo spazio e dal tempo, non c’è che una costante presenza che
non può essere trovata, descritta o localizzata.
Parlo solo dopo la mia propria esperienza,
dicendo che è una presenza costante, dove nessuno, niente, è presente. E’
pericoloso esprimerlo anche poeticamente, ma l’espressione più appropriata per
me è che è una costante corrente d’amore. Quando il
cervello è veramente sentito, siamo distolti dalle fissazioni, dalle
localizzazioni nel cervello. Abbiamo l’impressione di essere in espansione nel
nostro corpo. Questa sensazione d’ espansione è
l’inizio della meditazione. La meditazione non è che
l’atto di rilassare il cervello che fa sempre qualcosa. Esattamente come
possiamo liberare i muscoli dai condizionamenti, dai residui del passato, allo
stesso modo possiamo liberare il cervello dalle funzioni e dalle attività. Può
darsi che ne abbiate già avuto l’esperienza. Prima che
il cervello concettualizzi, cerchi delle parole e pensi, c’è una pura percezione.
Ma siamo tanto abituati al riflesso d’analisi,di
paragone e altro che sappiamo poco di una pura percezione.
Ci sono numerosi “trucchi” per fermare il pensiero, ma creano solamente
una fissazione su qualche oggetto sottile, mentre la meditazione è completamente
senza oggetto. La meditazione non comincia con la ricerca di uno stato. Questo
non-stato è la corrente, la presenza che non è toccata dal funzionamento
mentale. E’ solo l’ignoranza che attribuisce questa presenza, questa gioia,
all’assenza d’oggetto. Se restate convinti che la
tranquillità si trova nell’assenza d’oggetto, non diventerete mai liberi dalla
dualità. La presenza è al di là della presenza o
dell’assenza d’oggetto, al di là della mente, al di là del cervello. Tutto
questo appare e scompare nella presenza senza limite che non è oggetto.
Quando sentite il cervello come sentite i
vostri muscoli, non è con l’intenzione d’interferire con il funzionamento del
cervello: è molto semplicemente la sensazione, sentire il cervello senza
cercare risultato. E’ uno
sguardo innocente che libera il cervello
dal cervello. Questo vi porta a essere libero dal
meditante, da chi agisce e che non è altro che una costruzione mentale. Così
quando sentiamo così profondamente il corpo, siamo nel corpo in espansione,
come siamo in espansione quando sentiamo il cervello: allora la meditazione è
qualcosa di totalmente differente.
La maggior parte delle tecniche, di cui molti sono pratici in certi
monasteri, mettono l’accento sull’arresto della
funzione del cervello. Possiamo allora essere liberi dai contenuti del
cervello, ma i contenuti non sono il problema. La vera finalità non è di
esplorare i contenuti, ma il contenitore. Il contenitore non è l’assenza del
contenuto, come il gusto della bocca stessa non è l’assenza di
altri gusti. Così, quando c’è una assenza
d’attività del cervello, non vivete l’assenza d’attività del cervello, ma
vivete la presenza. Siate in identità con la presenza, che non è una relazione soggetto-oggetto.
Se lasciate la relazione soggetto-oggetto e vivete in identità, allora
succede qualcosa nel corpo, nel cervello. L’energia non attraversa più le
antiche vie. C’è improvvisamente rettificazione. Siete la presenza, non la
tranquillità della mente, così il cervello funziona quando c’è bisogno di funzionare.
Se è chiamato a pensare, pensa. Quando
non c’è niente da pensare, non c’è nessun ruolo da assumere. Il cervello è un
organo come un altro. Nello stato di distensione, il cervello è vuoto, ma voi
siete talmente abituati ad avere un oggetto nella vostra mente che speso
ignorate il vuoto della mente. Ci sono molti momenti della vita quotidiana dove
la mente è libera dal pensiero, ma il riflesso di riferirsi agli oggetti e
allontanarsi dal cervello vuoto è molto forte, perché questo stato vuoto è considerato
come uno schermo bianco.
In questo schermo bianco, si mette l’accento nell’assenza di pensiero,
l’assenza d’oggetto, invece della coscienza senza oggetto, la presenza.
Generalmente conosciamo solo la coscienza come un oggetto, essere coscienti di
qualcosa, anche se è la coscienza della tranquillità, della pace e così via.
Sono ancora oggetti, stati, che vi mantengono nella cornice della dualità. La
coscienza senza oggetto vi è sconosciuta; tuttavia è ciò che vi è più vicino,
la vostra vera natura, ciò che siete. Questa presenza
non può essere sperimentata come gioiosa o senza gioia. E’ senza nessuna
qualità. Semplicemente è.
La tranquillità di cui parliamo, che è al di là del
non-funzionamento della mente, è il risultato della comprensione. Quando è compreso profondamente che non c’è niente da raggiungere,
niente da compiere o da diventare, che tutto ciò che cercate è qui come questa
sedia sulla quale sedete, solo questo può condurvi al silenzio.
Ho parlato di un approccio pratico per arrivare a questa comprensione,
sentendo il cervello, come uno scienziato che vi mostra i passaggi che lo hanno
portato alle sue convinzioni. Notate che siete costantemente in uno stato di
compiere qualcosa o di diventare qualcosa. Basta vederlo. In questo
istante, siete fuori dal riflesso automatico, meccanico. Quando
diventate coscienti del riflesso, la coscienza è essa stessa fuori
dalla funzione. Siate con questo sguardo innocente. Il cervello è un
oggetto percepito come sono percepite le orecchie. E’ una sensazione come si
può sentire la mano. Quando esplorate la sensazione delle vostre mani, accedete a differenti livelli di sensazioni. E’ lo stesso
con il cervello.
Il cervello è in un certo modo dipendente dagli altri organi, in
particolare dagli occhi. Quando guardiamo le cose con
lo scopo di scegliere, come facciamo di solito, questo lede il cervello. I
nervi ottici sono molto vicini al cervello; così, quando gli occhi sono sotto
tensione, anche il cervello lo è. Lasciar andare le tensioni negli occhi e nel
cervello è una scienza che si deve imparare. Il
lasciar-andare vi porta ad uno stato di disponibilità. Siete pronti,
disponibili, innocenti in uno stato di accoglienza.
D: Quando si sente il corpo disteso, lo sentiamo prima pesante.
Possiamo sentire anche il cervello pesante?
R: Si. E’ dapprima sentito come un peso, e dopo si sentono delle
vibrazioni in espansione. Si può sentire il cervello energetico come si sentono
gli altri organi. Contattando la sensazione del
cervello, non si è più complici del
condizionamento e si ritorna allo stato primordiale. Nella sensazione, non c’è
posto per qualcuno che agisce, un pensatore, un “io”, perché quando siete uno con la sensazione, non potete avere un
altro pensiero.
D: Potete palare un po’ di più del momento in cui la meditazione
comincia?
R: Nel momento d’assenza del pensatore, di colui che
agisce, c’è meditazione.
D: C’è meditazione anche quando ci sono dei pensieri nella mente?
R: Si, perché la meditazione è al di là dell’attività
della mente. Gli occhi, le orecchie, tutti gli organi dei sensi sono aperti, ma
l’accento non è messo su di loro. C’è udito, visione e così via, ma niente è
udito o visto perché colui che vede o ode è assente.
Senza soggetto, non c’è oggetto.
D: Quando l’organo cervello ritrova il suo stato naturale in cui non
c’è più niente da ascoltare o da pensare, è la meditazione?
R: No, il vuoto del cervello è ancora uno stato. La mente ha dei
momenti di silenzio perfetto, ma è una mente silenziosa, non è la meditazione.
Ciò che voi siete, è al di là della mente.
D: E’ la presenza che è presente nella meditazione della mente
silenziosa?
R: Si, è lo stato sahaja eternamente presente dove la mente appare silenziosa
o in movimento e voi compite ciò che la vita vi domanda, ma siete
costantemente nella vostra essenza senza
tempo . E’
la vita attiva che funziona in accordo con la situazione senza un me o un “io”.
Quando siamo presenti, non siamo più localizzati.
Siamo localizzati nella non-localizzazione. Siamo semplicemente aperti dove
niente è oggettivo. Vivendo in questa apertura, a un
certo momento si produce un transfert e siamo aperti all’apertura. Questa è la
vera meditazione dove non c’è più il meditante e niente su cui meditare. Il
corpo non è che memoria. Non è questo il vero corpo
che si sveglia la mattino. E’ solo la memoria, gli
schemi. Ma quando ascoltate il corpo, quando ascoltate senza nessuna
intenzione, appare un’intera tavolozza di
sensazioni. Quando il corpo è ascoltato, è
completamente sentito, perde la sua consistenza e si trova in espansione. E’ sentito più liquido, più fluido, non ha contorni, non ha
centro. Questa leggerezza, questa fluidità è il corpo organico e, una volta che
ne diventate cosciente, vi solleciterà.
La memoria organica d’espansione un giorno sarà completamente integrata
nell’espansine globale. Sentire il corpo è guarire il
corpo, perché difesa, reazione, paura, tensione sono
delle contrazioni. Quando parliamo della paura o
dell’ansia, l’abbiamo già sentita a livello del corpo come una sensazione. Ma la concettualizziamo. Noi ci allontaniamo dalla paura per
andare verso la parola paura. Così, per far fronte alla paura, dobbiamo
ritornare alla percezione originale della paura al livello del corpo. Pertanto, sentendo il corpo, non mettiamo l’accento su ciò
che sentiamo, la tensione, ma mettiamo l’accento sull’ascolto, la coscienza. Può accadere
che siamo abituati a rilassare le spalle o le braccia, ma questo è nuovo per il
cervello. Sentendo il cervello, sentiamo prima il suo peso. Allora, perde ogni
sostanza, e abbiamo la sensazione come se non ci fosse più la tesa. La testa è
completamente in espansione e scompare. Quando la
testa è veramente sentita, la maggior parte degli organi è completamente
rilassata, specie gli occhi, che sono sempre in procinto di scegliere e di
cercare sicurezza.
Se non potete sentire il
cervello subito, cominciate con gli occhi. Sentite la loro cavità e seguite il nervo ottico penetrare il
cervello. Quando il cervello sarà rilassato,si avrà
una sensazione di spazio attorno a lui. Fatene un oggetto della vostra
coscienza e vi dissolverete nello spazio. Alla fine c’è una fusione tra
l’osservatore e ciò che è osservato e non c’è che presenza.
D: Quando il cervello è profondamente
disteso, c’è una sensazione di pace, di felicità.
R: Sono esperienze gradevoli,è vero, ma il piacere è una gioia degenerata. La vera
felicità è nella scomparsa del me, nell’essere Uno con il cosmo. La felicità è espansione, il piacere è una contrazione. Nel piacere c’è
ancora la persona che sperimenta qualcosa.
D: Sebbene certi stati diano una sensazione
di benessere, voi raccomandereste di evitarli?
R: Si, perché attribuite ancora la vostra
sensazione di benessere a una causa. Nel momento di vero benessere, non c’è né
causa né qualcuno che è felice. C’è solo la felicità. Più tardi,
la mente dice “sono felice a causa di questo stato o di quello”. La
ricerca degli stati è una fuga, una compensazione, questo vi
attacca all’oggetto.
D: Se sentiamo il cervello pienamente
giusto prima di addormentarci, è possibile svegliarci essendo all’erta, che è
lo stato naturale del cervello, o il cervello può rientrare nelle vecchie
abitudini di contrazione durante il sonno?
R: Si, il cervello può tornare nello stato antico. Ma se rilassate il cervello alla
sera e sentite il cervello nella vita quotidiana, e vedete quando è teso,
allora verrà sicuramente un momento in cui funzionerà in modo naturale. Quando guidate la vostra auto e notate che le spalle sono
tese, potete rettificare dieci volte, ma un giorno la sensazione delle spalle
non apparirà più. Così funzionate in modo appropriato alla guida.
D: Così quando dite, come fate spesso, che
il corpo si sveglia nella coscienza, volete dire che il corpo si sveglia anche
in questo stato vivace, pronto, all’erta,
del cervello rilassato?
R: Assolutamente.
D: Quando conduciamo un oggetto visto verso
lui che vede, a un certo momento c’è un rovesciamento
dell’oggetto nella percezione stessa. Ma quando l’oggetto di percezione è
rilassato, il cervello pronto, c’è ancora un rovesciamento verso chi percepisce
o è più come ingrandire, una espansione della
coscienza?
R: Assolutamente in espansione, si. Quando sentite il cervello, lo conducete al suo stato
naturale di distensione, perché deve essere rilassato per essere sentito.
Numerose parti del cervello sono bloccate, perché sono contratte per l’utilizzazione abituale dell’immagine–io. Noi viviamo solo
una frazione del nostro cervello. L’attenzione che portate per sentire il
cervello, non è un’attenzione con intenzione. Quando
questo accade, c’è fissazione. Quando pensate “sono attento”,
non siete attento. Semplicemente esplorate con innocenza.