Ranjit Maharaj

Al di là del punto zero 

3ème Millenarie n. 47 – Traduzione di Luciana Scalabrini, seconda parte

 

D: Maharaj, se il corpo soffre, dite “il corpo soffre, ma io non soffro”, è corretto?

R: Si, il corpo soffre, ma io no. Se il vostro vicino ha dei problemi, dite: “il mio vicino ha dei problemi”, ma voi, voi non sentite niente; nello stesso modo considerate il vostro corpo come il vostro vicino, e così i problemi del vostro corpo sono i problemi del vostro vicino. E’ quando dite: “sono il corpo” che soffrite. Se il corpo è ustionato, è il corpo che sente il bruciore, non voi. Quando siete sotto anestesia durante un’operazione, dove scompare il dolore? Il dolore c’è ma la mente dorme, dimentica. Al risveglio il contatto con la mente fa ritornare il dolore. Il corpo ha il dolore, non io; così disidentificatevi dal corpo. Poiché questo corpo è vivo, deve sentire il dolore, altrimenti è un cadavere.

Un giorno Kabir fu morso a una gamba da un cane. I suoi discepoli gli si fecero intorno: “oh, Maharaj, cosa vi è capitato? Kabir rispose: “il cane lo sa, il corpo lo sa, perché dovrei saperlo io?”. Ma, siccome vi identificate con il corpo, accettate il dolore come vostro. Kabir sapeva che il morso era fatto al corpo e non a lui, considerava il corpo come il suo vicino. E’ solo perché accettate: “io sono il corpo” che soffrite, è l’ego. Il saggio dice: “lasciamo che le cose siano”; quando il vostro vicino muore, non siete toccati. Ma il corpo è la cosa più preziosa per voi, rifiutate la sua scomparsa, la sua morte. L’essere realizzato dirà: “Oh, che bello, i problemi se ne vanno!” perché il corpo è un problema, nient’altro. Se un ascesso spunta sulla vostra gamba per esempio, domandate a un medico di toglierlo, no? Perché questo ascesso fa parte del corpo. Ma, siccome vi fa soffrire, siate pronti a separarvene. Allora, se capite che il vostro corpo non è che un ascesso che è spuntato su di voi, sarete molto felici alla sua scomparsa. Ma siccome vi identificate col corpo, alla morte soffrite, vi rifiutate che scompaia.

Il risvegliato dice anche: “in questo stesso momento il mio corpo è un cadavere, non funziona che perché il potere è connesso Quando la lampadina è bruciata, la gettate, l’elettricità non fa obiezione, non risente assolutamente di nulla. Così siate voi stessi questo potere interno,  allora la morte non sarà niente per voi. Comprendete che il corpo in questo stesso momento è morto.

Attraverso queste due possibilità potete comprendere; è nella natura della conoscenza essere duale. Il corpo è uno strumento, dovete sapere come utilizzarlo. Se l’utilizzate per comprendere la realtà, diventate voi stessi la realtà. Se dite: “sono il corpo” siete all’inferno. Inferno vuol dire: “bidone della spazzatura”, perché il corpo non è altro che un’officina di detriti. Non siate proprietari di un’officina di detriti, ma proprietari della realtà.

 

D: Come purificarsi, sbarazzarsi dell’ego nella ricerca della realtà?

R: L’ego è ignoranza, è attraverso la conoscenza che potete sopprimere l’ignoranza. Quando l’ego scompare, rimane la conoscenza, ma anche questa conoscenza è uno stato. Dovete dissolvere questa conoscenza nella realtà. Tutto ciò che la mente ha accumulato per tanti anni, comprendete che tutto ciò è falso. Credete nella verità di ciò che dite, ma a torto. E’ a causa della conoscenza che avete questa consapevolezza, ma la conoscenza è anch’essa un effetto dell’ignoranza. Da dove viene questa coscienza-conoscenza? Dal punto zero.

Quindi il suo punto di partenza è il niente, così come nel sonno profondo siete nell’ignoranza; improvvisamente sorge un pensiero e si sviluppa il sogno. Tutto ciò che avete imparato con la conoscenza non è altro che illusione. Non fate niente, ma comprendete dov’è la realtà. Quando non sentite niente, essa è lì e certamente dite: “la realtà è questo niente!”. No, la realtà è al di là del punto zero.

Tutto ciò che vedete e percepite è falso. E’ in questa comprensione che la mente è purificata. Come la mente è diventata impura? E’ perché considera il mondo come reale. Prende il riflesso per vero, quindi perde la realtà. Il mondo è solo il riflesso della realtà, e un riflesso non è vero. Supponete di vedere il vostro viso riflesso in uno specchio; la realtà è il viso, non il riflesso, ma, se dite che il riflesso è la realtà, siete perduti. Se comprendete che il riflesso è falso, siete la realtà. E’ questa la purificazione della mente. “Tutto ciò che vedo e sento è falso.”

Ma in pratica, come il mentale può essere purificato? E’ esso stesso un concetto e come un concetto può essere vero? Ciò che non è vero è sempre impuro. Tutto è sovrapposto alla vostra vera natura, ma voi, la realtà, non è mai alterata. Voi siete così chiaro, così puro. Così il mentale considera tutto come vero, è questa l’impurità, ma,  se voi accettate che tutto è falso, il mentale stesso scompare. La mente non è altro che il nostro pensiero; può essere un pensiero di Dio o un pensiero impuro, ma il pensiero è uno, è sempre niente altro che un pensiero. Nasce dalla conoscenza. Perciò dimenticate il pensiero, dimenticate la conoscenza, e voi siete.

Voi prendete il vero per il falso e il falso per il vero e questa è la mente, è questa l’impurità. Come davanti al giudice giurate sulla Bibbia che dite solo la verità, niente altro che la verità, e invece tutto quello che dite è falso! Che fare? E’ nella natura della mente di non vedere e di non dire altro che il falso. Così si può dire che la purezza della mente non è nient’altro che dimenticare la mente, perché non esiste, non è che un concetto. E’ dimenticando la mente che siete la realtà. Mente vuol dire pensiero; quando scompare, voi siete.

 

D: Parlate di non fare niente, d’essere nel non-fare, ma per me è la cosa più difficile; la mia mente è sempre attiva. Che fare?

R: Dimenticate la vostra mente: forse pensate nel sonno profondo? Fate qualsiasi cosa? No. Allora perché dite che non vi è possibile non fare niente? Nello stesso modo, non fate niente, anche quando il vostro corpo e la vostra mente sono lì. Ma in effetti il problema è che nello stato di veglia volete sempre fare qualcosa. Sentite che agite, anche quando in pratica non fate niente. Come nel sogno pensate di agire, ma al risveglio sapete bene che non avete fatto niente. Anche qui, nello stato di veglia, se vi risvegliate, capite che non avete fatto niente. Vi dite: “benché abbia avuto l’impressione di agire, non ho fatto niente”. La mente è sempre in azione, ma lasciatela estinguere, perché, quando la mente scompare, non c’è più azione. Siate non-mente, e la realtà è. Il problema è che volete essere non mentale continuando a essere nella mente; è possibile? Siete nell’azione a causa dell’ignoranza.

Nello stato di veglia, dovete arrivare alla non-mente con la comprensione che tutto è illusione. Questa comprensione non è azione, non è nel “fare”, l’ignoranza è pensare che agite. Se uccidete qualcuno nel sogno, al risveglio, sentite la responsabilità di questo atto? Siete certi di non aver ucciso nessuno, eppure nel sogno questa esperienza sembra reale. Ciò che fate non è niente in ogni caso; dunque non fate niente! Per voi, cioè per la vostra vera natura, non c’è niente che dovete fare, perché voi siete lì, sempre e dappertutto. Tutto può essere perduto, ma voi, voi non siete mai perduti. Così il mio maestro, Siddharamestivar Maharaj diceva: “ dichiarate alla polizia di aver perso qualcosa: il vostro denaro vostra moglie o vostro figlio ecc., ma finora nessuno ha mai dichiarato di aver perso se stesso!”.

Anche nell’ignoranza non lo dite mai, perché se lo dite, il poliziotto vi risponderà: “ma voi siete lì davanti a me! Come potete esservi perso?” Così voi non siete mai perduto, allora perché fare qualunque cosa per ritrovarvi? E’ sempre per qualcosa che non esiste che dovete agire, per quello che è sempre lì, non dovete fare niente. La filosofia è questa; è molto facile e molto difficile al tempo stesso, perché non riuscite ad accettarlo. Agendo siete nella schiavitù; non facendo niente siete liberi. Anche agendo, non agisco. E’ questo il vero Samadhi. Samadhi vuol dire “così come sono” e dhi significa “prima”. Voi siete quello, ma continuate a dire “faccio”! Questa ignoranza non può essere soppressa che “non facendo niente”;dimenticate tutto, perché niente è. Così tutto scompare, niente persiste, esattamente come risvegliandovi dal sogno dite: “non ho fatto niente”.

Quello che vedete e percepite non è che un sogno.  Se nello stato di veglia comprendete che, benché facciate, non fate nulla, allora siete la realtà. E’ questo il trucco dello yoga. Se credete di essere chi agisce, siete perduti, perché considerate vera l’illusione.

 

D: Ascoltarvi, è far qualcosa o è non fare niente?

R: Non fate niente perché tutto è illusione; ascoltare è illusione, anche quello che dico, ma per colui al quale parlo, questo è vero. Anche parlare è illusione, posso dirvi che tutto ciò che dico non è che una menzogna, ma ciò di cui parlo, cioè la realtà, quello è vero. Le parole sono il falso, perché esse non possono toccare la realtà, però è attraverso loro che voi potete comprendere. E’ come l’indirizzo scritto sulle lettere: non ha nessuna realtà, solo il posto che indica è vero, e, quando lo raggiungete, l’indirizzo non è più utile. Le parole scompaiono, solo il senso persiste. I gradini della scala non ci sono più al momento in cui entrate nella stanza; così le parole sono dette per comprendere la realtà, ma sono false in se stesse. Dal momento in cui vedete la persona che cercate, l’indirizzo non ha più senso. Essendo tutto illusione, anch’io sono illusione, non faccio eccezione a questo. Chi parla come ascolta sono illusioni, ma la realtà è, voi ed io non esistiamo.

E’ una ottima domanda; capite che le parole possono darvi una certa comprensione della realtà, ma che in seguito voi stesso dovete sperimentare. Il maestro vi insegna fino a un certo punto, al di là dovete capire da soli, perché là non c’è più dualità, non c’è che unità, dunque chi può comprendere chi? Chi può sperimentare chi? Potete avere l’esperienza di voi? Così il maestro e l’allievo sono tutt’e due illusione, come gli eroi di un film, sono illusione, solo lo schermo è. Se l’eroina volesse sapere chi è, sparirebbe e resterebbe solo lo schermo. Se ciò che dico e ciò che sentite sono illusione, cosa resta? C’è solo la realtà finale. Se la comprensione della realtà penetra in voi, questa è la Verità, ma nella realtà non c’è né verità né ignoranza, non c’è niente, la realtà è sempre realtà. E’ la magia o il miracolo del mondo: benché tutto sembri essere, niente è. E’ esattamente come un colpo di magia in un gioco di carte: ciò che vedete non esiste, ma per sopprimere ciò che non esiste, è necessario il trucco della comprensione. Come può essere vero ciò che non è niente? Tutto questo si è impresso nella vostra mente ed è col trucco della comprensione che ve ne sbarazzate. Molte persone parlano della loro esperienza, ma quello che potete sperimentare è illusione. Allora che fare?

Perché dal momento che c’è l’esperienza, appare la triade: sperimentatore, cosa sperimentata, esperienza, mentre la realtà è unità. Là non c’è il mondo, anche se appare il mondo. Sperimentare l’unità è ancora illusione. Se dite: “ho sperimentato l’unità” è falso, perché l’unità non può essere sperimentata. Dimenticate tutto questo ed è la realtà. Non avete che un’idea della realtà attraverso parole e insegnamenti; chi è la realtà non ha più bisogno d’indirizzo. Così tutto è falso, ma l’illusione è vista sulla realtà. Se restate in mezzo alla scala, come potete entrare nella stanza? Dimenticate la scala e c’è la stanza. E’ per ignoranza che dite: “faccio” perché è non facendo niente che la realtà è. Per la realtà, non c’è niente da dover fare, perché essa è sempre lì, ma dovete semplicemente sbarazzarvi dell’illusione d’agire, che è incrostata nella vostra mente. La mente non l’accetta, perché sa che è la sua morte. Lei ama pensare, per natura, e si crede l’agente, ma nella realtà tutto ciò che amate o non amate, tutte le vostre inclinazioni spariscono, perché quello non è niente.

 

D: Maharaj, se tutto è illusione, perché siamo qui, perché non restiamo nel silenzio o nel sonno profondo?

R: Non capite cosa è il sonno profondo; lì non c’è niente, è il punto zero. Perché siete qui? E’ per comprendere. Lasciate essere le cose, ma sappiate che questo non è niente. Per ignoranza andate al punto zero nel sonno profondo, ma qui, nello stato di veglia, dovete prima di tutto andare al punto zero. Per poi trascendere questo niente, perché la realtà è al di là. Passate al di là del punto zero e la realtà è. Tutto ciò che vedo e percepisco non è niente in questo stesso momento! Nel sonno profondo non potete capirlo!

Lo stato di veglia è solo un sogno, tutti gli uomini sono nell’ignoranza, nascono e vivono nell’ignoranza, muoiono nell’ignoranza. Voi siete qui per uscire da questo cerchio. Nel sonno profondo dimenticate tutto, qui dimenticare è il ricordare, e ricordare è dimenticare; questo è il trucco: ricordarsi e al tempo stesso dimenticare, dimenticare e allo stesso tempo ricordarsi. Non provate a trovarla (la realtà), a ricordarla perché essa è sempre lì. Nel momento in cui “ricordate” siete perduti, perché vedete qualcos’altro da lei, ne fate un oggetto. Questi due stati sono uno, veglia e sonno sono ignoranza.