Eckart Tolle

 

Non cercate il vostro io nella mente

 

3ème Millénarie n. 61 – Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini

 

 

Dialoghi tratti dal volume: « Le pouvoir du moment présent » Ed. Ariane, Canada 2000

 

D: Ho l’impressione che ho ancora molto da imparare sugli ingranaggi della mente prima di potermi avvicinare alla coscienza totale o al risveglio spirituale.

R: In realtà, no. I problemi della mente non si possono risolvere sul piano mentale. Quando avete visto la base di questo disfunzionamento, non c’è veramente molto altro che avete bisogno di imparare o capire. Lo studio della complessità della mente farà forse di voi un buon psicologico, ma questo non vi condurrà sicuramente al di là della mente. Così come lo studio della follia non è sufficiente a instaurare la salute mentale. Avete già compreso il meccanismo di base dello stato d’ incoscienza, cioè l’identificazione con la mente, che crea un falso me, l’ego, e lo sostituisce al nostro vero io, che irradia dall’Essere. E come Gesù ha detto, voi diventate “un ramo tagliato dalla vigna”.

I bisogni dell’ego sono infiniti. Come questo si sente vulnerabile e minacciato, vive in uno stato di paura e di bisogno. Dal momento in cui ne conoscete la disfunzione fondamentale, non avete bisogno di esplorarne gli innumerevoli aspetti. Nessun bisogno di farne una problematica complessa. E’ inutile dire che l’ego adora questo. Cerca costantemente di aggrapparsi a qualcosa per mantenere e rafforzare il suo senso illusorio di sé. Si aggrapperà dunque facilmente e volentieri ai vostri problemi.

Ecco perché in molte persone il senso di un me è in gran parte intimamente legato ai loro problemi.

Una volta stabilito il senso del me, l’ultima cosa che vogliono è sbarazzarsi dei problemi. Perché perderli è perdere il loro me. L’ego può inconsciamente investire molto nel dolore e nella sofferenza. Così, una volta che avete riconosciuto che il fondamento dell’incoscienza si basa sulla identificazione con la mente, che include anche le emozioni, voi ne uscite. Diventati presenti. E quando siete presenti, potete permettere alla mente d’essere come è, senza lasciarvi prendere dai suoi ingranaggi. La mente non è disfunzionale in sé, è uno strumento meraviglioso. Il disfunzionamento si installa quando  cercate il vostro me e lo prendete per voi. Diventa allora l’ego e prende totalmente il controllo della vostra vita.

                    “L’Essere è il vostro me più profondo”

D: Avete sottolineato quanto è importante essere profondamente radicato o di abitare il proprio corpo. Potete chiarire?

R: Il corpo può diventare un punto di accesso alla sfera dell’ Essere. Parliamone più in dettaglio.

 

D: Non sono del tutto certo di comprendere cosa intendete con l’Essere.

R: “Dell’acqua? Cosa intendete con quello? Non capisco” Ecco cosa direbbe un pesce se avesse la mente umana. Per favore, smettete di voler capire l’Essere. Avete già avuto delle percezioni significative di ciò che è, ma la mente proverà sempre a farlo entrare a forza in una scatola e di etichettarlo. E’ impossibile. Non può diventare oggetto di conoscenza. In realtà l’Essere, soggetto e oggetto sono tutt’uno. Si può sentire l’Essere come l’eterno “Io sono”, che è al di là del nome e della forma; sentire, dunque sapere che voi siete. Mantenersi in questo stato di radicamento profondo è l’illuminazione, è la verità, con la quale, secondo Gesù, sarete liberi.

 

D: Liberi da cosa?

R: Dall’illusione che non siete niente di più del vostro corpo fisico e della vostra mente. Questa “illusione del me” come la chiama Buddha, costituisce l’errore fondamentale; liberati dalla paura sotto i suoi innumerevoli travestimenti, che non è, alla fine, che l’inevitabile conseguenza di questa illusone e della vostra costante tortura fintanto che il vostro senso d’identità proviene unicamente da questa forma effimera e vulnerabile.

E liberiati, anche, dal peccato, che è la sofferenza che infliggete a voi stessi e agli altri, da così tanto tempo, che questo sentire illusorio d’identità governa ciò che voi pensate, dite e fate.